TI SENTI AL SICURO SUI SOCIAL NETWORK?
Facebook, Whatsapp, Twitter sono le parole di questo decennio. Il loro utilizzo è continuo e ogni giorno siamo sempre più connessi, ormai è una realtà, il web come i social network fanno parte della nostra vita, per cui se qualcuno controlla il nostro cellulare controllerebbe la nostra vita, magari un hacker in un bunker sotterraneo in Russia ci sta spiando proprio ora! In tutto questo scenario da film compare in lontananza una parola famosa quanto il web: la privacy, definita dai giuristi come il diritto della riservatezza. Sui social network ogni individuo mette a disposizione degli altri le sue informazioni come per esempio le foto di un compleanno, la visita a Roma, gli amori e le relazioni, addirittura si condivide il cibo che si mangia. Insomma la privacy viene messa da parte, però il punto è stabilire di chi sia la colpa.
Privacy significa riservatezza, ma sui social non c’è la riservatezza, altrimenti una persona non ci si inscrive; ed eccoci qui al grande problema dei social network in cui non si capisce chi sia la parte lesa. Google, fu accusato molte volte di non rispettare la privacy dei loro utenti, una nota causa fatta a loro sfavore riguardò i servizi di localizzazione, infatti Google può sapere dove si trova un determinato dispositivo sulla Terra usando i satelliti che sono necessari per il funzionamento del GPS, e passare l’informazione ai social network o ad altro. Tutelarsi è buona abitudine, si possono modificare le impostazioni del proprio smartphone e assicurarsi che la modalità GPS sia disattivata. Oltre a questi accorgimenti “tecnici” ci sono le raccomandazioni sulle password. Una password è un codice di accesso univoco per ogni utente, per garantire,una buona sicurezza, il codice dovrà essere alfanumerico in cui saranno presenti almeno 8 caratteri. In realtà non è così, molte persone usano la loro data di nascita, l’inizio del codice fiscale, il nome del papà e cosi via, per cui non si hanno buone abitudini su questi codici.
Allontanandoci dai film in cui ci sono haker e segreti di stato e avvicinandoci alla realtà in cui ci sono molteplici condivisioni sulla vita degli utenti, l’unico rimedio possibile è tutelarsi, ovvero la migliore difesa è controllare la quantità e la tipologia di informazioni che “escono” sui social network sia direttamente che indirettamente(a causa dei tag di amici per esempio), se un’informazione viene condivisa anche solo da un utente, il processo diviene virale, perchè una qualsiasi informazione condivisa viene messa a disposizione a chiunque sia sui social che fuori i social, magari entrando in qualche gruppo whatsapp. Perciò per tutelarsi, attenzione a ciò che si condivide!
Molto utile,specialmente gli accorgimenti tecnici.
mi hai fatto riflettere!
Bello!