COS’È LA TEORIA DEL GENDER?
Il dibattito attuale, inferocito dopo il tentativo di diversi paesi di inserire nei curricula scolastici programmi volti a promuovere l’educazione alle differenze tra uomo e donna, lo sviluppo della libera espressione della personalità e contro sessismo e omofobia, ha portato alla ribalta del cosiddetto teoria del gender (genere) e delle conseguenti ideologie di genere. Ma cos’è la teoria del gender? Cosa prevedono e su cosa si basano le ideologie di genere?
Prima di tutto è necessario chiarire un punto: NON esiste nessuna teoria del gender.
Il termine è un invenzione creata per racchiudere in un unico contenitore tutti i cosiddetti studi di genere. A questi studi multidisciplinari non è stata data fin’ora una struttura organica che li leghi in un’unica teoria. Gli studi di genere indagano come tempo, storia e cultura influenzano la costruzione dell’identità sessuale. Tali studi mostrano come vengono create le norme sociali che condizionano l’orientamento sessuale e non hanno l’obiettivo di sminuire le differenze tra i sessi sostenendo che ognuno può crearsi la propria identità o orientamento. Gli studi di genere sono stati in parte travisati dalla componente più radicale del movimento LGBTI con lo scopo di fornire sostegno alle rivendicazioni di parità e diritti. Allo stesso modo, l’esaltazione negativa della teoria del gender da parte di chi si oppone a questa richiesta di diritti ha contribuito a creare la confusione che regna sovrana quando si parla di questi argomenti.
Gli studi di genere distinguono il sesso dal genere:
- il sesso è l’insieme di caratteristiche genetiche, biologiche, fisiche ed anatomiche che rendono fisicamente e fisiologicamente differenti i maschi dalle femmine;
- il genere è una costruzione culturale data dalla rappresentazione dei comportamenti socialmente condivisi che si attribuiscono ad uno specifico corredo biologico e che distingue gli individui in uomo o donna. Vengono in questo contesto inseriti i concetti di maschilità e femminilità. Questi ruoli di genere hanno bisogno di essere continuamente sostenuti e rinforzati socialmente attraverso i comportamenti e il linguaggio.
Gli studi di genere evidenziano il fatto che possano esserci delle discontinuità tra il sesso biologico, gli stereotipi di genere con i conseguenti ruoli socialmente attribuiti e l’immagine che l’individuo ha di sé. L’identità maschile o femminile non è data per natura (a differenza del sesso), le differenze biologiche tra i sessi sono state trasformate dalla cultura in differenze di ruoli.
I critici e gli accaniti oppositori (spesso estremisti) della teoria del gender ritengono che essa tenda a sovvertire l’ordine naturale negando le differenze biologiche tra maschio e femmina, essi tuttavia spesso candono in errore aderendo acriticamente a stereotipi di ruolo (le donne non sanno guidare, gli uomini non piangono mai) e negando ogni possibilità di costruzione individuale dell’identità. La definizione di teoria del gender è stata introdotta da Judith Butler nel libro “Gender Trouble”. L’autrice ritiene assurdo negare le differenze biologiche tra i sessi, l’educazione alle differenze non porta all’annullamento delle stesse ma potrebbe costruire un mondo più vivibile tanto per chi rifiuta le norme sociali riguardanti l’identità sessuale e per chi invece incarna, troppo volte in modo superficiale e asettico, tali norme.