COS’È LA TEORIA DEL GENDER?

Family day e LGBTI Pride. Due manifestazioni che sostengono punti di vista contrastanti sulla teoria del gender e sulle ideologie di genere.

teoria del gender, teoria del genere, ideologie di genere, studi di genere, lgbti, identità sessualeIl dibattito attuale, inferocito dopo il tentativo di diversi paesi di inserire nei curricula scolastici programmi volti a promuovere l’educazione alle differenze tra uomo e donna, lo sviluppo della libera espressione della personalità e contro sessismo e omofobia, ha portato alla ribalta del cosiddetto teoria del gender (genere) e delle conseguenti ideologie di genere. Ma cos’è la teoria del gender? Cosa prevedono e su cosa si basano le ideologie di genere?

Prima di tutto è necessario chiarire un punto: NON esiste nessuna teoria del gender.

Il termine è un invenzione creata per racchiudere in un unico contenitore tutti i cosiddetti studi di genere. A questi studi multidisciplinari non è stata data fin’ora una struttura organica che li leghi in un’unica teoria. Gli studi di genere indagano come tempo, storia e cultura influenzano la costruzione dell’identità sessuale. Tali studi mostrano come vengono create le norme sociali che condizionano l’orientamento sessuale e non hanno l’obiettivo di sminuire le differenze tra i sessi sostenendo che ognuno può crearsi la propria identità o orientamento. Gli studi di genere sono stati in parte travisati dalla componente più radicale del movimento LGBTI con lo scopo di fornire sostegno alle rivendicazioni di parità e diritti. Allo stesso modo, l’esaltazione negativa della teoria del gender da parte di chi si oppone a questa richiesta di diritti ha contribuito a creare la confusione che regna sovrana quando si parla di questi argomenti.

Gli studi di genere distinguono il sesso dal genere:

  1. il sesso è l’insieme di caratteristiche genetiche, biologiche, fisiche ed anatomiche che rendono fisicamente e fisiologicamente differenti i maschi dalle femmine;
  2. il genere è una costruzione culturale data dalla rappresentazione dei comportamenti socialmente condivisi che si attribuiscono ad uno specifico corredo biologico e che distingue gli individui in uomo o donna. Vengono in questo contesto inseriti i concetti di maschilità e femminilità. Questi ruoli di genere hanno bisogno di essere continuamente sostenuti e rinforzati socialmente attraverso i comportamenti e il linguaggio.

Gli studi di genere evidenziano il fatto che possano esserci delle discontinuità tra il sesso biologico, gli stereotipi di genere con i conseguenti ruoli socialmente attribuiti e l’immagine che l’individuo ha di sé. L’identità maschile o femminile non è data per natura (a differenza del sesso), le differenze biologiche tra i sessi sono state trasformate dalla cultura in differenze di ruoli.

I critici e gli accaniti oppositori (spesso estremisti) della teoria del gender ritengono che essa tenda a sovvertire l’ordine naturale negando le differenze biologiche tra maschio e femmina, essi tuttavia spesso candono in errore aderendo acriticamente a stereotipi di ruolo (le donne non sanno guidare, gli uomini non piangono mai) e negando ogni possibilità di costruzione individuale dell’identità. La definizione di teoria del gender è stata introdotta da Judith Butler nel libro “Gender Trouble”. L’autrice ritiene assurdo negare le differenze biologiche tra i sessi, l’educazione alle differenze non porta all’annullamento delle stesse ma potrebbe costruire un mondo più vivibile tanto per chi rifiuta le norme sociali riguardanti l’identità sessuale e per chi invece incarna, troppo volte in modo superficiale e asettico, tali norme.

Lascia un Commento

Lascia un commento a questo articolo, ti garantiamo che il tuo indirizzo e-mail non verrà reso pubblico e che non riceverai alcuna mail da infoperte.it o alcun tipo di spam.

*

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>