SINDROME SGOMBROIDE: COSA È, QUALI SONO I SINTOMI, COME SI CURA E COME SI PUÒ PREVENIRE
Sindrome sgombroide: cosa è?
La sindrome sgombroide, o HPF (Histamine Fish Poisoning), è un intossicazione alimentare che si manifesta in seguito all’ingestione di prodotti ittici non correttamente conservati o che sono stati tenuti a temperatura ambiente per troppo tempo.
L’istamina che è prodotta dalla decomposizione batterica dell’amminoacido istidina, è la sostanza responsabile di questa intossicazione. È definita sgombroide perché i pesci appartenenti alla famiglia Sgombridae, come il tonno, sgombro, acciughe, se mal conservati, sono quelli maggiormente coinvolti in questo tipo di intossicazione, poiché sono ricchi di istidina.
È molto importante che dalla pesca al consumatore finale venga mantenuta correttamente la catena del freddo. Il pesce deve essere conservato ad una temperatura inferiore ai 4° C. A temperature superiori ai 16° C, infatti, viene prodotta da parte del batterio Morganella morgani, presente in vari tessuti del pesce, l’enzima istidina decarbossilasi che converte l’istidina del tessuto muscolare in istamina. L’istamina è un mediatore chimico coinvolto nelle reazioni infiammatorie e nelle risposte allergiche. L’ingestione di una quantità importante di istamina, scatena una sintomatologia simil-allergica.
Sindrome sgombroide: quali sono i sintomi?
L’ingestione di istamina si manifesta con i seguenti sintomi: eritema, cefalea, bocca che brucia, iperemia congiuntivale, orticaria, crampi addominali, nausea, vomito, diarrea e febbre. Nei casi più gravi possono comparire anche palpitazioni, tachicardia, ipotensione o ipertensione. Le persone asmatiche possono manifestare anche difficoltà respiratoria e broncospasmo. L’intensità della reazione all’istamina dipende comunque dalla sensibilità individuale all’istamina e dalla quantità di istamina ingerita. La sindrome sgombroide può essere molto pericolosa per gli individui che presentano problemi cardio-respiratori con ipotensione ed insufficienza respiratoria. In generale i sintomi compaiono da 10-30 minuti dopo l’ingestione del pesce avariato fino a due ore e durano quattro sei ore e permangono per non più di uno due giorni.
Sindrome sgombroide: come si cura?
La sindrome sgombroide, in generale si cura con la somministrazione di liquidi e antistaminici e in alcuni casi anche con supporto alla respirazione. Nel caso di problemi cardio-respiratori è necessario accompagnare il paziente al Pronto Soccorso per la somministrazione tempestiva di adrenalina, un farmaco salva vita.
Sindrome sgombroide: come si può prevenire?
La sindrome sgombroide si può prevenire applicando le corrette norme di conservazione dei prodotti ittici e senza mai interrompere la catena del freddo durante i processi di lavorazione. È importante sottolineare che l’istamina non altera il sapore del pesce ed i trattamenti di cottura o di lavorazione, come l’affumicatura, il congelamento e l’inscatolamento, non distruggono l’istamina che si è formata nel pesce avariato.
Raccomandazioni per la corretta conservazione del pesce
Seguendo alcune semplici raccomandazioni per la corretta conservazione del pesce a livello domestico, è possibile prevenire la sindrome sgombroide:
1. non interrompere la catena del freddo e usa sempre delle borse termiche per trasportare il prodotto dal luogo dell’acquisto fino a casa;
2. non lasciare i prodotti ittici o i cibi preparati con il pesce a temperatura ambiente per troppo tempo;
3. non ricongelare i prodotti scongelati;
4. rispetta le date di scadenza riportate sulle confezioni;
5. verifica sempre al momento dell’acquisto lo stato di freschezza del prodotto ed eventualmente elimina quello che ti sembra avariato;
6. consuma in giornata i prodotti inscatolati, se questo non è possibile ricordati di travasare immediatamente il prodotto che non utilizzati in contenitori per alimenti e conservarlo correttamente in frigo.