SANT’ANTONIO DA PADOVA, LA SUA BASILICA E LE RICORRENZE
Sant’Antonio da Padova fu un frate francescano nato a Lisbona il 15/08/1195 e morto a Padova il 13/06/1231 nella zona detta Arcella.
La vita del santo fu colma di viaggi e il suo personaggio fu conosciuto per l’umiltà, la sapienza, la cultura e le doti di predicatore. A Padova arrivò solo durante gli ultimi anni della sua vita, ma fu ugualmente canonizzato dopo poco dalla morte come Antonio di Padova. Fu proclamato dottore della Chiesa e oggi il suo culto è uno tra i più diffusi nel Cattolicesimo. Si può ritenere che dopo Roma ed Assisi, la basilica che porta il suo nome sia una delle mete più frequentate dai pellegrini di tutto il mondo.
Ai giorni nostri Sant’Antonio e la sua basilica sono il fulcro della religione a Padova, tanto che sia il frate che l’edificio ecclesiastico (ora proprietà diretta della Santa Sede) sono conosciuti in città semplicemente con il nome de “Il Santo”. Per cui, se sentite un padovano dire “Vado al Santo”, significa semplicemente che si sta recando alla basilica di Sant’Antonio.
Ogni anno, il giorno della sua morte il 13 giugno, si celebra una grandiosa processione per tutta la città storica di Padova, con partenza e arrivo alla sua basilica gremita da migliaia di fedeli. E’ nota anche la processione della sera prima, dove si ripercorrono gli ultimi istanti di vita di Sant’Antonio, adagiato su un carro trainato da buoi fino ad arrivare al santuario dell’Arcella in cui spirò.
Dopo la sua morte, la tomba di Sant’Antonio fu meta di pellegrinaggi, che durarno per giorni e notti, da parte di fedeli di ogni strato sociale chiedendo miracoli, grazie e guarigioni. Fu proprio per le decine di testimonianze a favore del frate che fu presto innalzato a Santo.
Il numero di pellegrini crebbe sempre di più costringendo le autorità a iniziare la costruzione di una chiesa più grande, e poi a traslare la salma nel 1263 nella basilica che porta il suo nome.
La basilica del Santo fu costruita tra il 1232 e il 1310, ma innumerevoli furono gli interventi in epoche succesive. Lo stile architettonico non è univoco, presentando elementi romanici, gotici, rinascimentali, bizantini e barocchi. La facciata è larga 37m e alta 28m. Le misure interne della chiesa sono invece di 115m di lunghezza, 55m di larghezza nella crociera, e 38.5m di altezza massima. La pianta è a croce latina con 3 navate divise da pilastri maestosi. Sul tetto si notano 8 cupole, 2 torri/minareto e 2 torri campanarie alte 68m.
Esternamente son presenti una piazza una volta adibita a cimitero, la statua equestre del Gattamelata fatta da Donatello, l’adiacente convento con 4 chiostri.
All’interno di primaria importanza sono la tomba del Santo, meta di tutti i pellegrini, e le due principali reliquie, il mento e la lingua ritrovata intatta.
Degna di nota è la cappella della Madonna Mora, che è quel che rimane dell’antica chiesetta di Santa Maria Mater Domini dove fu sepolto inizialmente il Santo. Vi sono inoltre numerose opere di Donatello, Mantegna, Palladio, Boito, Parodi, Briosco, e molti altri.