QUANDO LE LIRE VALGONO MIGLIAIA DI EURO
Ricordate il borsellino della nonna? Lo tirava fuori nel periodo natalizio, quando si giocava a carte o a tombola con la famiglia riunita al termine di pranzi e cene luculliane. Tutte quelle monetine che facevano tanto rumore e tenerle in mano dava la sensazione del “gruzzoletto” tanto caro alla nostra cultura.
Ci riferiamo ovviamente ad una generazione non esattamente da social network, a tutti coloro che hanno vividi nella memoria i ricordi della cara, vecchia lira. A tutte quelle monete che facevano peso nel borsellino a tal punto da essere sgradite. Nessuno allora pensava che con l’avvento dell’euro i portamonete sarebbero tornati prepotentemente di moda.
Eppure, e ci rivolgiamo a chi oggi conserva le vecchie monete, avreste mai pensato di poter essere dei potenziali detentori di oggetti di valore? E’ il valore che viene dato dagli appassionati di numismatica che oggi, nel XXI secolo, possono pagare anche migliaia di euro alcuni esemplari a “tiratura limitata”, a patto che ovviamente non siano usurati dal tempo e siano in stato cosiddetto “fior di conio”.
Nel 1957 ad esempio furono coniati poco più di 1.000 esemplari delle 500 lire in argento che prendevano il nome di “Prova 3 caravelle”. Se per caso ne siete in possesso, guardate con attenzione le bandiere delle caravelle: se sventolano a sinistra il valore di ciascuna moneta può arrivare fino a 5.000 euro. Il valore scende repentinamente nel caso in cui la direzione delle bandiere sia la destra (circa 100 euro).00
Un valore considerevole assumono le 100 lire coniate nel 1955: non sono particolarmente rare, ne furono create oltre 8 milioni di esemplari, eppure una moneta in fior di conio può valere fino a 1.200 euro.
Le 50 lire del 1958, coniate in 825.000 esemplari, possono assumere un valore da collezione di oltre 2.000 euro se perfettamente conservate.
Da collezione anche le 50 lire Vulcano del 1960, una fior di conio la si può vendere a poco meno di 1.000 euro.
Nel 1950 furono coniate per la prima volta le 100 lire Minerva, i meno giovani le hanno avute tante volte per le mani. Tra queste ebbero tiratura limitata quelle con la scritta “Minerva Prova” che oggi possono essere pagate da un collezionista anche 500 euro in fior di conio.
Le 100 lire Minerva del 1963 possono essere invece quotate 100 euro mentre una rarità sono le 100 lire del 1972 che dopo la data presentano un segno /. Il loro valore non è elevatissimo, si aggira sui 200 euro se ben conservate.
Imponenti valori da collezione anche per le lire più “piccole”. Nel 1956 furono coniate soltanto 400.000 esemplari delle 5 lire “Timone” ed oggi in fior di conio possono valere anche 1.700 euro e fino a 750 euro se in buona conservazione. Nel 1968, dopo un periodo di assenza, riprese la coniazione delle monete da 20 lire e quelle con la scritta “Prova” di quell’anno in cui ne furono creati meno di mille esemplari possono valere 1.000 euro in fior di conio e 500 in buono stato.
Se invece vi trovaste in possesso di una monetina da 1 lira “Arancia” coniata nel 1947, anche in questo caso il valore da collezione può superare le 1.000 euro.
In un modo o nell’altro la cara nonnina aveva proprio ragione a tenere stretto quel borsellino. Monete del genere sono proprio una bella tombola. Naturalmente, per tutti coloro che leggendo queste righe si metteranno a cercare affannosamente vecchie monete, ricordiamo qualora ci fosse bisogno che per avere il valore di cui sopra devono essere in fior di conio, ovvero praticamente uscite dalle zecca. I segni del tempo non fanno bene alle monete, almeno dal punto di vista dei collezionista che passa ore a lucidarle ed ammirarle.