QUANDO E PERCHÉ DUBITARE DELLE RELIGIONI
Proverò a farvi prendere coscienza sul perché dubitare delle religioni.
Il tema è delicato ma c’è un Perché!
Quando In tutte le etnie vediamo che chi rappresenta le religioni e ne predica i dettagli contenuti, per esempio il vangelo per i cattolici e il corano per i mussulmani, dove in quest’ultimo la donna appare sempre inferiore all’uomo, vediamo che gli attori di tali prediche, godono comunque di una posizione sociale di pregio e di benessere.
Tale posizione però contrasta con ciò che viene predicato
Nel corano si predica che morire, (non suicidarsi), in nome di Allah, che sarebbe Dio, faccia si che si ottenga nell’aldilà, ovvero nella cattolica reincarnazione, il lusso e il benessere ambito durante la propria esistenza terreste. Similmente avviene anche per il vangelo cattolico, quando vediamo i cardinali milionari e i preti a libro paga, predicare la domenica lo stile di vita saggio di Gesù, cioè vivere in povertà e miseria seguendo il modello di Gesù figlio di dio, che dispensava buone azioni per i devoti e lezioni per i perduti, ovvero privi di guida spirituale, in quanto non fossero seguaci di Gesù figlio di Dio. Si nota la stessa incoerenza.
Ecco perché ci sono dubbi religiosi, guerre, terrorismo, perché dopo diventa una questione politica di potere. Perché storicamente le crociate nella città di Gerusalemme detta città santa, per esportare il cattolicesimo, venivano praticate con la violenza, cercando di inculcare il cattolicesimo tra i mussulmani in nome di Dio. Ma questo poi verrà considerato dagli eventi solo un capo espiatorio per ottenere ricchezze e potere. Attualmente vediamo una ribellione disperata nei confronti di una vecchia condotta tenuta per secoli, oggi diventata una preoccupazione per tutta Europa.
Che i ricchi dicano ai poveri di vivere in povertà, perché così potranno trovare la vocazione spirituale, che li accompagni nel percorso della loro vita, e i poveri sottomessi dagli eventi restino inermi, appare come un plagio con lo scopo di eliminare eventuali concorrenze di natura rivoluzionaria. Perché oggi nessuno può considerarsi un buon cattolico. Nei secoli la vita è cambiata, non c’è più tanta ignoranza tra i così detti poveri. I cattolici praticanti sono ormai quasi tutti economicamente autosufficienti, quindi è molto improbabile che vivano in povertà e miseria, nel modello di Gesù figlio di Dio!
Il cattolicesimo continua con le vecchie teorie religiose molto sagge, ma oggi non più tanto praticabili. Ecco perché nessuno si può ritenere un buon cattolico in nome di Dio. Sebbene dipenda più dagli eventi attuali e non dagli individui credenti. Comunque resta tanta incoerenza tra ciò che viene predicato e l’esempio che viene fornito al popolo cattolico, soprattutto a livello economico amministrativo.