PRESTO MANGEREMO INSETTI, MA NON SOLO
Alla base della catena alimentare, le alghe rappresentano il fulcro della tavola del futuro. Crescono sott’acqua praticamente in tutte le condizioni ambientali, di temperatura e a tutte le latitudini, si potrebbero reperire con grande facilità e senza sottrarre prezioso spazio agricolo agli ortaggi. Il loro potenziale alimentare è soprattutto indiretto: si possono utilizzare per produrre biocarburante (come il mais,le barbabietole e la canna da zucchero). Con distese di alghe, si risparmierebbe terreno da utilizzare per produrre altro cibo.
Altro cibo alla vista poco accattivante ma dal futuro radioso sono i vermi. Queste creature striscianti, sono raccomandati dalla Fao come alternativa sostenibile alla carne: altamente proteici e a basso contenuto di grassi hanno un vantaggio rispetto ai tradizionali animali da allevamento. Sono piccoli, e questo facilita la loro produzione su vasta scala. Si potrebbero allevare in grande quantità sfamando miliardi di persone a impatto zero visto il metano emesso da un singolo bovino. Il problema è abituarsi all’idea. Addirittura c’è un piano dell’Unione Europea con relativo stanziamento di 3 milioni di euro per ogni paese membro che promuova menu’ a base di insetti(sarebbe bello fosse promosso anche nei ricchi buffet delle commissioni europee,ma ne dubito). Del resto in Africa, Asia e America Latina si consumano già 1400 specie di insetti.
Ma non è finita qui, la pesca indiscriminata ha ridotto all’osso la fauna ittica e prendono quota nei nuovi menu’ le gelatinose meduse che si sono moltiplicate rimpiazzando le nicchie ecologiche lasciate vuote dai pesci. Senza tonni e sardine le meduse sono libere di proliferare in abbondanza e qualcuno al mare se ne sarà già accorto. C’è chi pero’ non si arrende e cerca vie alternative a vermi,cavallette e meduse sotto i denti, come Zhikang Li, un botanico cinese specializzato in incroci ed innesti tra piante,che ha scoperto una serie di varietà di riso ultraresistenti, che sopportano bene alluvioni, siccità, parassiti e malattie e producono più chicchi e tutto questo senza l’uso di OGM. Ha incrociato 250 varietà di riso provenienti da ogni parte del globo ottenendo una pianta che se fosse diffusa in Asia potrebbe sfamare un centinaio di milioni di persone in più
Poi ci sono gli OGM con dosi extra di vitamine e raccolti ultraresistenti ma con quali rischi su salute umana, di animali e delle stesse coltivazioni? Qui si aprirebbe un capitolo notevole visto le dispute già in atto tra OGM e Anti-OGM. Fatto sta che un hamburger di 150gr, lungo la sua filiera produttiva, consuma 2400 litri d’acqua e che le emissioni intestinali bovine e degli altri animali da allevamento causa oltre il 20% dell’anidride carbonica di origine umana emessa in atmosfera. Non deve stupire quindi che ci sia qualcuno che stia provando a creare hamburger sintetici tramite carne artificiale creata in vitro come Mark Post un professore dell’Università di Maastricht in Olanda che utilizza le staminali di suino per provare a produrre carne in vitro ottenendone sinora solo una striscia di muscolo biancastro a cui andrebbero poi aggiunti sangue e grasso artificiale. Fatto sta che l’hamburger sintetico dovrebbe esser pronto entro fine anno e i rivenditori di carne si sarebbero già messi in fila.Passando al pesce, qui lo sfruttamento ittico ha raggiunto limiti insostenibili con il 75% delle riserve sovrasfruttate e alcune specie come tonni, squali e pesce spada diminuiti del 90% in 100 anni.
Altro progetto interessante è quello di Charlie Paton, britannico che da 20 anni ha inventato una tecnologia per produrre serre ad acqua salata marina che viene sfruttata per riprodurre il normale ciclo idrogeologico (l’acqua di mare, riscaldata dal Sole, evapora per poi raffreddarsi, condensarsi e ritornare sulla Terra sotto forma di pioggia) in un ambiente controllato, dove piante coltivate possano beneficiare dell’acqua dolce ricavata in questo modo. Altri progetti hanno alla base questo concetto come il Sahara Forest Project, che dovrebbe partire nel 2015.In conclusione la stessa Fao promuove alimentazione a base di insetti come Coleotteri, bruchi, api, vespe e cavallette consumati già abitualmente da un paio di miliardi di persone e che genererebbero anche nuovi posti di lavoro a chi dovrebbe allevarli. Certo gli europei e soprattutto noi italiani ci dovremmo abituare a mangiar un piatto di Cavallette invece che di tagliatelle ma cosi’ è, il punto semmai è un altro e cioè che la Fao ha clamorosamente fallito nel suo tentativo di migliorare la situazione nei paesi dove impera la malnutrizione. Nel 1990 erano 800 milioni a soffrire la fame, tre anni fa erano 1 miliardo e 20 milioni con una crescita dei malnutriti superiore alla crescita della popolazione mondiale. Nel 2009 si stimava che di oltre 780 milioni di dollari che la Fao aveva per la lotta alla malnutrizione da spendere entro il 2011 ne ha spesi solo 90 mentre 200 ne ha spesi per i meeting dei dipendenti!!Senza contare i 10 miliardi l’anno che intascano le commissioni Onu per la lotta alla fame. Dunque, a quanto pare, come al solito chi bene predica..Buon pranzo