PERCHÉ I PROVOCATORI SON DESTINATI A PERDERE.

La provocazione nello sport è di casa, alcuni esempi li troviamo nella testata di Zidane a Materazzi o nella scorrettezza di Marquez a Rossi.

Provocare per liberarsi dell’avversario, questa è la strategia che molte persone decidono di intraprendere per togliere di mezzo i loro nemici. Nel corso della storia, soprattutto sportiva, si possono trovare numerosi casi di atteggiamenti provocatori ad esempio la testata di Zinedine Zidane a Materazzi nel corso della finale dei mondiali di calcio del 2006. Il campione transalpino nel corso della sua carriera era già stato protagonista di episodi violenti, una testata in pieno petto a un avversario a pochi minuti dal termine della finale dei Campionati del mondo era apparsa una reazione decisamente eccessiva ma frutto della frase ingiuriosa detta dall’italiano al campione francese. Da allora il fatto che colpisce di più però è che ogni volta che si parla della finale suddetta non si pensa alla spettacolarità della partita o del risultato ma l’evento principale del 2006 fu proprio la testata di Zidane con conseguente immagine del francese oramai segnata per sempre. Ennesima scenata eclatante fu quella del 2015 quando il campione del motociclismo Valentino Rossi cadde nella trappola di colui che fino a pochi giorni prima osava definirsi suo grande fan…Marc Marquez. Lo spagnolo a tre gare dal termine del campionato mondiale e fuori dai giochi per la lotta al titolo decise di intralciare Valentino durante la gara australiana e proseguì la sua missione anche nella gara successiva in Malesya. I nervi del Dottore cedettero ed al settimo giro della gara malese allargó la traiettoria di Marquez che cadde a terra.

Anche in questo caso la certezza che i tifosi di Rossi avevano di lui, cioè di un pilota furbo e impenetrabile sotto l’aspetto psicologico costruita nel corso degli anni, crollò immediatamente.

Ecco perché alle provocazioni la storia insegna che non bisognerebbe rispondere ma riderci sopra e incanalare quella rabbia per tentare di sconfiggere il nemico sul campo di battaglia.

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