“MUTILAZIONE GENITALE FEMMINILE: UN PROBLEMA NUOVO E ANTICO”
Potrebbe sembrare una pratica superata, ma il problema delle mutilazioni è ancora attuale purtroppo. Seppure clandestinamente ancora molte donne subiscono questa violenza.
Nell’anno 2017, quando la civiltà si è pienamente evoluta ed il progresso ha superato già di gran lunga qualsiasi aspettativa la mente umana potesse prefissarsi fino ad una ventina di anni fa, inizi a fare un giro virtuale nei paesi sottosviluppati e scopri che lì quello che la mente umana di noi civilizzati non potrebbe mai immaginare non avviene a livello di inventiva e conoscenza del progresso bensì attraverso lo scempio a cui alcune donne e bambine vengono sottoposte per semplice ”tradizione”. Sono anni ormai che grazie all’operato di alcune associazioni che lottano a difesa dei diritti delle donne, ho avuto modo di imbattermi in alcune realtà che mi hanno lasciato allibita e sdegnata.
Ho visto la pratica dell’escissione in un video amatoriale, per assistere all’orrore fino alla fine ho dovuto abbassare il volume in quanto le grida della bambina mi si infilavano nelle ossa. Con i termini ESCISSIONE e INFIBULAZIONE si denotano due pratiche di mutilazione genitale femminile, delle vere e proprie torture, a cui molte donne, per la maggior parte bambine, vengono costrette in alcune zone dell’ Africa, e in vari paesi di cultura islamica. Nello specifico le due pratiche prevedono relativamente l’asportazione del clitoride e quella completa o in parte delle piccole labbra, e la riduzione dell’ostio della femmina per impedirne i rapporti sessuali: consiste in un taglio intorno alle grandi labbra e nella sutura delle stesse; il fine è quello di distruggere i punti di piacere femminili e prevenire forme di adulterio. Viene eseguita da “persone” che non hanno nulla a che fare con la medicina, molto spesso dalla vecchia del villaggio “gedda” in Somalia, “daya” in Sudan, ma anche dalla nonna della bambina o addirittura dalla madre. A tagliare non sono i bisturi ma lamette per barba o nel peggiore dei casi forbici e pezzi di vetro, inutile dire che gli arnesi non vengono assolutamente disinfettati, il soggetto è completamente sveglio salvo poi svenire per l’atrocità del dolore. Le complicanze comuni, ma maggiormente nel caso di infibulazione, sono le seguenti: emorragia, prolungato sanguinamento causa di choc e morte, infezione locale e sistemica, formazione di ascessi e di ulcere, setticemia, anemia, tetano, gangrena, cistite, infezione cronica della regione pelvica, dismenorrea, infertilità. Le complicanze più tardive consistono in: stenosi vaginale, ematocolpo, fistola retro-vaginale, infezioni ricorrenti delle vie urinarie, disuria, incontinenza urinaria, trasmissione dell’HIV, dispareunia, difficoltà nell’espletamento del parto. La legge ha da tempo vietato le pratiche descritte, ma si continua ad eseguirle clandestinamente in quanto le convinzioni bigotte che hanno portato ad esse sono da troppo tempo radicate nella psicosi di queste popolazioni, tanto da portare le donne stesse ad autoconvincersi che sia giusta la violazione e mutilazione dei loro corpi nonostante nel Corano non si faccia menzione di infibulazione o escissione femminile, ne si trovano limitazioni del piacere sessuale per la donna. Non ci resta allora che sperare che pian piano queste popolazioni acquistino coscienza della pericolosità e dell’assurdità di tali pratiche perché se la prima rivoluzione non avviene nelle loro menti difficilmente da fuori associazioni ed organizzazioni varie potranno fare qualcosa per indurre le donne in questione a rivalutarsi all’interno della nostra società.