METTERSI IN PROPRIO: APRIRE UN ALLEVAMENTO CANI
Per tutti quelli che hanno la passione per gli animali in genere ma in particolar modo per i cani, la voglia di mettersi in proprio nel settore degli animali, può essere molto stimolante avviare un’attività in questo settore aprendo un allevamento di cani; il quale richiede molta passione oltre che competenza.
Tanti allevatori professionisti, hanno iniziato con poche fattrici, realizzando piccoli ‘campioni’ con tanta passione e nel tempo, per alcuni di loro, questo tipo di attività è diventata sempre più appassionante e coinvolgente fino a diventare una professione vera e propria.
Adesso vediamo insieme le scelte da adottare
Scegliere il tipo di razza da allevare, incide anche nella gestione dell’attività stessa. Decidere di allevare pastori tedeschi o dobermann, non è la stessa cosa che organizzarsi per far crescere cagnolini da compagnia.
Molto frequentemente, l’allevatore, è anche la persona che si occupa di parte (o totalmente) di addestrare il cane, almeno nella prima fase.
Aprire un allevamento di cani: le normative fiscali ed amministrative
Molti di quelli che posseggono cani sognano di improvvisarsi allevatori di cani e lanciarsi nell’immediato con un’attività ben strutturata; gli esperti consigliano di andare per gradi.
Partire con poche fattrici, entrare gradualmente in questo lavoro, affrontando le insidie iniziali ed apprendendo man mano con il tempo tutta la competenza che si ha bisogno, rappresentano il trend consigliato.
Seguendo questo iter, il nuovo allevatore, può immettersi con gradualità nel settore, creando un allevamento alle prime armi che non ha bisogno di iscriversi alla Camera di Commercio come le attività imprenditoriale e, deve essere solo segnalato al Registro degli Allevatori.
Nel rispetto delle norme sulla sicurezza, sui vaccini ed in riferimento alla creazione di impianti in perfette condizioni di igiene, sono obbligatorie anche se l’allevamento in questione è a carattere amatoriale; i cuccioli devono essere vaccinati entro i primi 60 giorni ed iscritti all’ENCI che è l’Ente Nazionale Cinofilia; successivamente si possono far partecipare i cani alle mostre ed alle gare sia in Italia che all’ estero.
Adesso parliamo riguardo i costi da affrontare
Avviare questo tipo di attività richiede un piano di investimenti ed un’analisi della gestione dei costi; occorre realizzare gli impianti,acquistare i primi cani, la formazione personale qualora serva, costi per le iscrizioni alle varie entità (associazioni, enti, uffici amministrativi, ecc.) e la raccolta delle informazioni essenziali per predisporsi a diventare dei bravi allevatori. Riguardo i costi di gestione invece, sono i più fastidiosi perché spesso vengono sottovalutati dai neo allevatori.
Riguardo le spese ordinarie vanno citate:
- i costi per mantenere gli animali;
- le spese per i vaccini e spese veterinarie in genere;
- le altre spese per gestire la struttura
- i costi riferiti a gare o mostre qualora si voglia.
Questi eventi, si tengono di frequente in giro per l’Italia e l’Europa e per l’allevatore, presenziare a queste iniziative è importante, per farsi conoscere e aumentare la propria clientela, e quindi, tutto ciò, diventa in un costo annuale da non sottovalutare.
Vanno aggiunte le spese classiche riferite per ogni impresa (tenuta contabilità, imposte, oneri contributivi, iscrizione alla Camera di Commercio, iscrizione all’ENCI.
Arrivati a questo punto tenendo conto di queste spese di gestione, se in questi tempi di crisi, volete avviare questo tipo di attività non mi resta che augurarvi buona fortuna!