DA AL QAEDA ALL’ISIS: LE TAPPE DELLA JIHAD IN EUROPA
Una lunga scia di sangue che parte da una data tristemente nota, quella dell’11 settembre 2001. Ma dopo Ground Zero, dopo l’attentato alle Torri Gemelle, è stata l’Europa ad aver subito gli attacchi più cruenti di matrice jihadista. Una “Guerra Santa”, una crociata a parti inverse, il cui numero di vittime negli anni è vertiginosamente salito fino ad arrivare ai recentissimi fatti di Parigi.
GLI ATTENTATI A MADRID E LONDRA
Era l’11 marzo del 2004 quando le bombe dei terroristi colpirono duramente Madrid. Furono fatte esplodere su binari e treni locali della capitale spagnola nelle stazioni di El Pozo, Santa Eugenia ed Atocha. Impressionante il bilancio con 192 morti e 2.000 feriti. A meno di tre anni di distanza dall’11 settembre fu ben chiaro al modo occidentale: anche l’Europa era un obiettivo sensibile.
Ad onor del vero si sospettò inizialmente la responsabilità dell’ETA ma diversi indizi fecero franare le pista, uniti all’evidenza dei fatti: gli indipendentisti Baschi non avrebbero posseduto i mezzi per organizzare un attentato di tale portata. L’atto terroristico di Madrid fu collegato ad Al Qaeda, all’epoca considerata il nemico pubblico numero uno e responsabile del disastro di Ground Zero. I fatti di Madrid sono ricordati con la formula 11-M o M-11 in parallelo con l’ 11/9 delle Torri gemelle.
Ad un anno e quattro mesi di distanza le bombe di Al Qaeda tornano a far tremare l’Europa. Il 7 luglio del 2005 furono 52 le vittime di quattro attentati kamikaze che colpirono tre diverse stazioni della metropolitana ed un autobus a Londra.
E’ trascorso quasi un decennio e la ferocia dei jihadisti è tornata a manifestarsi nel Vecchio Continente. Bisogna fare una premessa storica su ciò che ha portato alla nascita dell’ISIS, oggi considerata la maggior minaccia al mondo occidentale.
L’EVOLUZIONE DI AL QAEDA E L’ISIS. Il califfato che oggi governa i territori occupati a seguito della guerra civile in Iraq e Siria è stato proclamato nel 2014 da Abu Bakr al-Baghdadi. In tanti lo collegano ad Al Qaeda ed in effetti la prima simbolica pietra venne posata da uno dei punti di riferimento della tristemente nota organizzazione terroristica internazionale il cui capo era Osama Bin Laden. Stiamo parlando del giordano Abu Mus‘ab al-Zarqawi. Il suo gruppo terroristico nacque nel 1999 e già nel 2000, un anno prima dell’attentato alle Torri Gemelle, teorizzava su un disegno diverso rispetto a quello di Bin Laden. Al Qaeda nacque infatti come una sorta di braccio armato atto a difendere i territori islamici a maggioranza sunnita dall’occupazione occidentale (la Jihad di Bin Laden parte dall’intervento militare americano in Iraq nel 1990, la prima Guerra del Golfo). L’idea ambiziosa di al-Zarqawi è invece quella di lanciare una guerra internazionale in larga scala e nonostante nel 2004 il suo gruppo si unirà ad Al Qaeda assumendo il nome di AQI (Al Qaeda Iraq), saranno numerosi i dissapori con Ayman al-Zawahiri, all’epoca numero due dell’organizzazione. Con la morte di al-Zarqawi nel 2006, la frattura con Al Qaeda diventa definitiva. Gli succede alla guida dell’AQI il militante egiziano Abu Ayyub al-Masri e lo stesso anno viene annunciata la fondazione dello Stato Islamico dell’Iraq sotto il comando di Abu Omar al-Baghdadi, fidato luogotenente di al-Masri. Moriranno entrambi nel 2010 in uno scontro con le truppe americane a Tikrit ma quella che potrebbe sembrare la fine dello Stato Islamico è in realtà un nuovo inizio.
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GLI ATTENTATI DI PARIGI
Il 7 gennaio di quest’anno il primo attentato a Parigi porta infatti la firma di una cellula yemenita di Al Qaeda denominata Ansar Al-Sharia. Il settimanale satirico “Charlie Hebdo” viene “punito” per aver pubblicato vignette giudicate “blasfeme”, il bilancio è di 12 morti ed 11 feriti trucidati a colpi di arma da fuoco. L’ultimo attentato nei pressi dello Stade de France di Saint Denis, al teatro Bataclan ed a tre ristoranti della capitale francese che ha causato 128 morti è il più sanguinoso della storia di Francia.
LA POSSIBILE STRATEGIA DELL’ISIS
L’organizzazione di al-Baghdadi è fondamentalmente differente da Al Qaeda e da altre organizzazioni terroristiche. La sua sopravvivenza non dipende da finanziatori esteri, di fatto il califfato costituito nei territori occupati tra Siria ed Iraq è in grado di autofinanziarsi dopo aver messo in piedi un sistema economico derivato dalla conquista di centrali elettriche e di pozzi petroliferi appartenuti alla Siria ed ha organizzato anche una raccolta di fondi per i propri cittadini che possiamo paragonare ad un vero e proprio sistema tributario. Dopo aver ottenuto importanti risultati dalla guerra in Siria, l’obiettivo militare è adesso l’Iraq con la conquista di Baghdad. Difficile se non impossibile, se teniamo presente che l’ISIS è un’organizzazione sunnita e Baghdad è oggi una città a maggioranza sciita. Fermo restando che l’intervento dell’Iran, pronto ad operazioni di terra contro il califfato e spalleggiato da Russia e Siria, potrebbe presto causare una guerra aperta in Medio Oriente. L’ISIS di fatto non ha possibilità di un’ulteriore avanzata ed ecco che riprende in maniera virale la strategia degli attentati, la guerra su larga scala internazionale teorizzata da al-Zarqawi quindici anni fa. La Francia viene duramente colpita dopo aver partecipato attivamente ai bombardamenti contro le truppe jiahdiste in Siria. Equivale ad una dichiarazione di guerra.