LA CELIACHIA

Cenni storici sulla celiachia, cos'è e come si presenta nelle diverse fasce d'età.

Il termine celiachia (dal greco Kolie, ventre o cavità) fu coniato nel XlX secolo da Francis Adams.
Egli trovò il termine in un documento scritto in greco antico da Areteo di Cappadocia, dove descriveva dei sintomi come pallore, dolori addominali, dimagrimento, diarrea e vomito, che provocavano uno strano morbo di cui non si conosceva la natura, ma si addebitava la causa al consumo esagerato di acqua fredda. La sindrome celiaca ha quindi accompagnato l’uomo sin dall’antichità legandolo indissolubilmente al consumo del grano.
Esistono anche soggetti che non lamentano sintomi o nei quali i disturbi sono talmente modesti da non richiedere necessariamente l’intervento del medico, e vengono diagnosticati solo perchè nell’ambito familiare c’è una persona affetta da celiachia.
Non raramente alla celiachia sono associate malattie quali diabete, artrite reumatoide, epatite cronica attiva, alterazioni della tiroide e dermatite erpetiforme.

La celiachia è un’intolleranza alimentare permanente al glutine.La prolamina è una delle frazioni proteiche che costituiscono il glutine ed è la responsabile dell’effetto tossico per il celiaco.Nel frumento, la prolamina, viene denominata gliadina, mentre proteine simili, con il medesimo effetto sul celiaco, si trovano anche in orzo, segale, farro, spelta, kamut, tricale ed avena.
L’incidenza di questa intolleranza in Italia è stimata in un soggetto ogni 100 persone.
L’intolleranza al glutine genera gravi danni alla mucosa intestinale quali l’atrofia dei villi intestinali e di conseguenza si verifica un mal assorbimento dei nutrienti.
Attualmente, per curare la celiachia, occorre escludere dal proprio regime alimentare alcuni degli alimenti più comuni come pane, pasta, biscotti e pizza, ma anche eliminare le più piccole tracce di glutine dal piatto. Questo implica un forte impegno di educazione alimentare, infatti l’assunzione di glutine, anche in piccole quantità, può provocare diverse conseguenze più o meno gravi; tra le più comuni ricordiamo:

  • osteoporosi, derivante da un mal assorbimento del calcio;
  • bassa statura, sopratutto quando la celiachia si sviluppa nell’età infantile e quindi non permette un adeguato assorbimento dei nutrienti necessari alla crescita,
  • dermatite erpetiforme;
  • tiroide autoimmune;
  • artrite reumatoide;
  • diarrea;
  • stitichezza.

Col termine “dieta aglutinata” si definisce il trattamento della celiachia basato sulla dieta con l’eliminazione di tutti i cereali contenenti glutine.

L’insorgere di questa intolleranza alimentare può verificarsi già in tenera età e la sua comparsa è più probabile se i genitori del bambino presentano la stessa patologia, ma non è del tutto corretto considerare la celiachia “ereditaria”, poichè degli studi dimostrano che si sviluppa sempre più spesso in età adulta o perfino avanzata. Nella maggior parte dei casi, l’intolleranza al glutine nel bambino si evidenzia a distanza di circa qualche mese dall’introduzione del glutine nella dieta, con un quadro clinico caratterizzato da diarrea, vomito, anoressia,irritabilità,arresto della crescita o calo ponderale. Nelle forme che esordiscono tardivamente, dopo il 2°-3° anno di vita, la sintomatologia gastroenterica è per lo più sfumata ed in genere prevalgono altri sintomi, come:

  • deficit dell’accrescimento della statura e/o del peso;
  • ritardo dello sviluppo puberale;
  • addome voluminoso;
  • dolori addominali ricorrenti;
  • anemia sideropenica, perchè l’organismo non risponde alla somministrazione di ferro per via orale.

Alcuni esami di laboratorio possono rafforzare il sospetto diagnostico di celiachia, ma solo la documentazione di anomalie della mucosa enterica (atrofia totale o parziale dei villi prelevati mediante una biopsia eseguita durante una gastroscopia), può consentire la diagnosi.

Nell’adulto l’intolleranza al glutine può comparire, più o meno acutamente, in un periodo qualsiasi della vita, spesso dopo un evento stressante come una gravidanza, un intervento chirurgico o un infezione intestinale.
Le manifestazioni cliniche sono molto varie, infatti alcuni soggetti presentano un quadro clinico classico di mal assorbimento con diarrea, perdita di peso e carenze nutritive multiple, mentre altri, invece, riferiscono uno o più sintomi cronici spesso estranei all’apparato digerente e si tratta di comuni disturbi come:

  • crampi;
  • debolezza muscolare;
  • formicolii;
  • emorragie;
  • gonfiore alle caviglie;
  • dolori ossei;
  • facilità alle fratture;
  • alterazioni cutanee;
  • afte;
  • disturbi psichici.

E’ molto frequente anche l’anemia da carenza di ferro, acido folico e vitamina B12 e nelle donne può provocare ritardo del ciclo mestruale, aborti spontanei e sterilità inspiegabile.

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