LA CANTATRICE CALVA

Il teatro dell'assurdo

Roberto Vecchioni nella canzone “Voglio una donna” cantava: “Prendila te quella col cervello, che s’innamori di te quella che fa carriera, quella col pisello e la bandiera nera, la cantatrice calva e la barricadera che non c’è mai la sera…” .

Sorge spontanea una domanda, ossia chi sia mai la cantatrice calva.

La cantatrice calva è il titolo della prima opera teatrale di Eugène Ionesco composta nel 1950 ed è considerata il primo esempio di teatro dell’assurdo, un genere teatrale agli albori in quei tempi, nella cui scena predomina l’angoscia, la solitudine, la follia e l’alienazione dell’uomo del secondo dopoguerra.

Nel teatro dell’assurdo i dialoghi, seppur riportano frammenti di quotidianità e verità essenziali, sono scomposti e rimontati, provocando la disgregazione della parola a favore dell’effetto tragico e comico dell’opera.

Nella pièce di Ionesco intervengo sei personaggi: i coniugi Smith, i coniugi Martin, la cameriera Mary e il pompiere.

L’azione si svogle nel salotto dei coniugi Smith descritto come un classico interno inglese e borghese, con classiche poltrone inglesi.

Il termine “inglese”, ripetuto con ridondanza nella descrizione, accoglie sia il lettore che lo spettatore all’interno della satira feroce attuata da Ionesco sulle radicate convenzioni borghesi del periodo.

Le frasi e le parole che si susseguono nell’atto unico dell’opera sono ribadite con esasperazione e prive di senso logico provocando dialoghi surreali.

Le situazioni descritte sono assurde ed insensate.

Sulla scena accade il niente.

Lo stesso titolo, “ La cantatrice calva”, presuporrebbe la presenza di tale personaggio nello svolgimento dell’azione. Invece la sua figura appare enigmatica, assente e tuttavia importante nell’avvenimento.

Il silenzio generale ed imbarazzato che segue alla domanda posta dal pompiere agli altri personaggi a proposito della cantatrice calva dimostra, sarcasticamente, l’imbarazzo e la difficoltà di Ionesco di giustificare la ragione d’essere del personaggio.

La cantatrice calva perciò contribuisce all’insensatezza e all’assurdità ambientale: l’aggettivo “calva” appare in forte contrasto con l’immagine che si ha di una cantante e la risposta della Signora Smith alla domanda del pompiere “si pettina sempre allo stesso modo!” non fa altro che marcare l’irrazionalità del personaggio e della pièce.

 

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