ITALIANI: POPOLO DI SANTI , DI NAVIGATORI E DI “SPIONI”

Ci tengono d'occhio.

Ad un Paese come il nostro, già alla “deriva” sindacale, mancavano soltanto le ultimissime riforme promosse dalla Jobs act.

Tremino quei pochi “baciati dalla sorte”,ancora in possesso di un contratto di lavoro perchè da oggi in poi anche un solo passo falso può far precipitare nelle liste dei disoccupati licenziati per giusta causa.

La riforma varata l’11 giugno, relativa alla possibilità di controllare a distanza i lavoratori dipendenti, oltre a confermare al pianeta la già consolidata immagine di un Paese di cialtroni, ci pone nell’infelice circostanza di non poter in alcun modo tutelare la nostra privacy nel luogo dove trascorriamo mediamente circa un terzo della nostra vita.

A quanto pare, i cosiddetti presidi tecnologici (telefonini, smartphone, tablet, ecc.),che le aziende forniscono ai propri dipendenti allo scopo di ottimizzare le attività produttive, rischiano di rappresentare un’arma a doppio taglio al minimo uso improprio.

Al di là dell’evidente vessazione nei confronti dei lavoratori, c’è da chiedersi come l’introduzione di questa morbosa ed invasiva norma possa effettivamente significare per le aziende uno strumento valido nel conseguimento di migliori profitti.

Basta considerare quanti di noi privatamente dispongono di altrettanti dispositivi tecnologici con i quali poter aggirare ogni divieto, che ci consentono a qualsiasi ora di chattare, navigare o addirittura di fare trading on line eludendo ogni controllo…

Personalmente reputo che in Italia ci si debba occupare di tematiche ben più serie che l’introduzione coatta del “grande fratello”in ufficio…
Ma d’altra parte, davanti al fisco che ci ha già messo le mani in tasca da un bel pezzo e dilaniati da un sistema giuridico che assolve i peggiori criminali con assoluta nonchalance, non stupiamoci del fenomeno delle aziende “guardone” che a confronto godono del carattere dell’innocenza.

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