IL RITORNO DI DONATO CARRISI

Il maestro delle ombre

Il mese di Dicembre ci ha regalato l’ultimo romanzo di Donato Carrisi edito da Longanesi. Un nuovo giallo che costituisce la terza parte del filone sul “Tribunale delle anime” che si è aperto con il libro omonimo del 2011 e ha continuato con il “Cacciatore del buio” del 2014 fino a questo che ne è il sequel.

Con “il maestro delle ombre” ritroviamo i protagonisti Marcus e Sandra in una nuova storia. E’un thriller avvincente che si svolge in una Roma inedita. Quasi come si fosse verificata l’apocalisse, la città eterna rischia di soccombere sotto la minaccia di un nubifragio violentissimo, accompagnato da un blackout programmato, che getta la città in un buio anche metaforico (quasi si trattasse del buio ancestrale in cui vive il male). Assistiamo attraverso questo stratagemma a ciò che accadrebbe in una metropoli come Roma e in una società dominata dalla tecnologia, dove la quotidianità delle persone è scandita dall’ uso degli elettrodomestici e da una vita perennemente “connessa” , se si ripiombasse in un nuovo “medioevo”. A questo si aggiunge la minaccia della profezia legata alla bolla di Papa Leone X. Il buio diventa l’ambiente ideale per il proliferare dell’orrore e della malvagità, complice l’impossibilità di arginare la criminalità in una città piombata nella totale oscurità. Roma, ferita e in pericolo, diventa protagonista sottesa e vede celebrata la sua bellezza che si rivela di sguincio, in poche righe o descrizioni.

In questa cornice la storia si dipana su due piani contemporanei e intersecantesi. Sullo sfondo delle insidie che incombono sulla Capitale cerchiamo di ricostruire con Marcus la sua ultima indagine. Attraverso l’espediente dell’amnesia, infatti, Carrisi ci porta a identificarci con il penitenziere, che all’ oscuro di ciò che aveva scoperto e che ha dimenticato, scampato a una morte quasi sicura e con l’aiuto di Sandra, cerca di ripercorrere i propri passi per dipanare il mistero di una scia di morti e della scomparsa di un ragazzino : Tobia Frai (che richiama alla mente un caso eclatante come quello di Emanuela Orlandi). Il libro è avvincente come i precedenti e di facile lettura. Il lettore, infatti, viene irretito piano dalla trama ma ne è poi risucchiato come cadesse in una spirale dal ritmo incalzante e ricco di colpi di scena. L’autore ci spinge con la leggerezza che gli è congeniale a profonde riflessioni sul bene e il male, su Dio e sugli uomini.

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