IL PONTE DELLE SPIE
Segnali contrasti mi suggerivano questo titolo. “Il ponte delle spie”: a mio zio era piaciuto, a mia zia no. Nessun clamore. Difficile valutare l’opportunità di vederlo così senza altri stimoli e dettagli. Poi ho iniziato a guardare le pellicole che domani parteciperanno alla Notte degli Oscar. Alcune di queste hanno fatto scorpacciate di candidature.
Il Ponte delle Spie ne ha messe in tasca ben sei: miglior film (non ci punto per nulla), miglior attrice non protagonista (neanche questo mi sembra troppo papabile), miglior sceneggiatura originale (le chances qui migliorano), migliore colonna sonora (gareggia Morricone in altri lidi quindi… ), e infine miglior sonoro (magari ce la facciamo).
Indipendentemente da come andrà a finire, il film in questione l’ho trovato bello. Lento a macchinoso, a tratti in affanno ma, nel complesso non posso negare che mi sia piaciuto.
E’ la storica lotta tra Stati Uniti e Unione Sovietica a tenere banco dall’inizio
alla fine. Siamo nel bel mezzo della Guerra Fredda e James B. Donovan, avvocato di Brooklyn, viene incaricato di difendere una spia comunista Rudolf Abel. Le sue possibilità sono molto basse e l’avvocato perde la faccia per essersi schierato dalla parte del nemico. Tuttavia ha una felice intuizione. Suggerisce di tenerlo come merce di scambio. Non sia mai che torni utile.
Un vero e proprio avvocato del diavolo Donovan. Un azzardo che gli costerà una pesante vincita.
Un aereo statunitense viene abbattuto e il pilota, Powers, catturato dai russi. La CIA a questo punto affida all’avvocato la gestione dello scambio dei prigionieri. E per la serie, Two is meglio che One, il nostro eroe riuscirà a riportare in Patria anche uno studente di economia arrestato dalla polizia tedesca.
La regia è di Spielberg, la sceneggiatura dei Coen, l’interprete principale Tom Hanks. Nonostante il film prenda spunto dal ramo di assicurazione, campo di operatività di Donovan, io non me la sento di puntare completamente su questo film.
Una storia intensa, ben scritta, ottimamente trasposta ma, a mio parere, lontana dal poter essere definita come capolavoro.
Vi invito a vederlo.