IL MIO PARERE SULLA NAZIONALE DI CONTE

Analisi delle possibili cause di un fallimento

Ma si può davvero considerare fallimentare questa spedizione in terra d’Oltralpe? No.Venire eliminati ai quarti dalla Germania campione del mondo, dopo una sequenza infinita di calci di rigore, essendo stati ad un passo dalla qualificazione, non è un fallimento. Anzi. All’inizio della competizione europea avremmo firmato per arrivare dove siamo arrivati. Allora perché parlare di ‘fallimento’?

Premesse. Sono doverose. Premetto, innanzitutto, che io non sono un tecnico e non appartengo al mondo del calcio, pur avendo giocato a livello giovanile per qualche stagione prima di optare per la pallavolo. Ma amo questo sport e lo seguo con passione, soffrendo ed esultando per i risultati della mia squadra del cuore, la Juve e per la Nazionale. Le considerazioni che seguono sono frutto di riflessioni personali ma anche di confronti approfonditi e ‘vivaci’ con elementi che vivono di calcio, lavorando in tale ambiente. Seconda premessa. Personalmente, considero Antonio Conte uno dei migliori – se non il migliore – allenatori del mondo. E un grandissimo motivatore. Sa tirare fuori il meglio da ognuno degli uomini a sua disposizione e in questo Europeo lo ha dimostrato, portando una squadra mediocre – fatta eccezione per qualche elemento – sino ai quarti di finale. Sono fortemente convinto che al Chelsea farà grandi cose e che lo rimpiangeremo

La squadra. Ho parlato di squadra ‘mediocre’ perché tale è la nostra attuale Nazionale. Le eccezioni riguardano la BBBC (Buffon, Bonucci, Barzagli e Chiellini), Giaccherini e De Rossi. La mia fede juventina non c’entra nulla in quanto i quattro difensori sono universalmente riconosciuti una spanna sopra tutti gli altri e costituiscono, senza ombra di dubbio, il più forte apparato difensivo al mondo. Il Giak è un talento naturale ed è l’unico elemento, insieme a De Rossi, da salvare dal centrocampo in su. Avessimo avuto Marchisio e Verratti forse le cose sarebbero cambiate ma le recriminazioni sugli assenti o sui non convocati a questo punto hanno poco senso.

Il vero fallimento. A fallire è il sistema calcistico italiano. Le strutture federali che lo governano in modo miope e approssimativo ci hanno portato ad essere un Paese calcisticamente sottosviluppato. Finiti gli anni d’oro in cui l’Italia era il Paese di Bengodi per chicchessia, da calciatori di primissimo piano ad allenatori di spicco, da procuratori rampanti a investitori facoltosi, ci ritroviamo adesso a fare i conti con: strutture sportive (leggi stadi) fatiscenti ed inadeguate, salvo pochissime eccezioni, gloriose società costrette a vendersi ai cinesi, che il calcio non sanno nemmeno cosa sia, movimenti calcistici giovanili senza adeguati supporti tecnici, economici ed organizzativi. Ed è proprio qui la nota dolente del nostro universo calcistico.

Le fondamenta e i fondamentali. Si parte dall’ABC. Lo scopo delle Scuole Calcio è quello di insegnare i fondamentali del calcio, i rudimenti del gioco, la tecnica pura, inserendo il tutto in un contesto giocoso e gioioso per unire l’utile al dilettevole. Quindi, lo stop del pallone, il tiro nelle sue varie forme, il colpo di testa, il passaggio, i cross e via dicendo dovrebbero essere il pane quotidiano dei Pulcini, Giovanissimi, Esordienti, Allievi, Juniores ma anche di chi questo sport lo pratica ormai per vivere. Ma, ahimè, ben presto tutto ciò lascia il posto alla funzione tattica, gli schemi di gioco, il 4-3-3, il 4-5-2, il 4-4-2 e via discorrendo. Viene instillata nella mente dei bambini e degli adolescenti una mentalità di feroce competizione figlia di tatticismi esasperati che nulla più hanno a che vedere con il gioco ed il divertimento. Vincere, ad ogni costo, è la cosa che conta di più. E spesso si vedono nei campetti di periferia orde di genitori agguerriti ed inferociti venire alle mani per uno scontro di gioco tra undicenni… Povera Italia.

I risultati. I risultati di tutto questo ‘lavoro sporco’ si sono visti nei campi di gioco francesi che hanno ospitato la nostra Nazionale. Avete notato quanta pochezza tecnica ha caratterizzato questi giocatori? Avete notato quanti stop sbagliati, quanto poco controllo di palla, quanti passaggi – anche elementari – falliti, lanci lunghi a servire nessuno, quante sponde di testa per i giocatori avversari? Non sono riuscito mai a contare più di cinque passaggi di fila prima di perdere il pallone… Il problema di fondo dei nostri calciatori è che non sanno più controllare la palla! Ma sono maestri nell’applicare i dettami tattici di Conte nel suo 3-5-2.

Non ci siamo, amici. Dobbiamo tornare alle origini: la mia generazione ha passato ore a calciare il pallone contro un muro e Pelè si allenava coi frutti di un albero nel giardino di casa. Rivestiamoci d’umiltà e torniamo ad insegnare ai nostri figli e nipoti il Gioco del Calcio.

Buona estate a tutti.

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