IL MASSICCIO DEL GENNARGENTU
Il massiccio del Gennargentu (in sardo Porta d’Argento) si erge al centro della Sardegna estendendosi sul territorio di diversi comuni. La sua cima più alta denominata Punta La Marmora, in onore del Generale Alberto La Marmora, e che un tempo aveva il nome di Perdas Crapias (Pietre Incrinate) a causa della loro particolare formazione, si erge a 1834 mt. s.l.m. in territorio del comune di Arzana. Da questa cima è possibile avere una visione a 360 gradi sulla Sardegna, con la vista che spazia sui mari ad est e ad ovest dell’isola e nelle giornate più limpide fino alle Bocche di Bonifacio. La vegetazione, di carattere boschivo difficilmente si spinge oltre i 1400 metri di quota, a causa di inverni raramente molto duri ma comunque di lunga durata, con la neve che cade con una certa regolarità da Novembre fino a Marzo, ma non di rado anche ad Aprile e Maggio.
La fauna è costituita principalmente da bovini, ovini ed equini, capita abbastanza spesso di imbattersi durante le escursioni in mucche e cavalli al pascolo brado, più raramente ci si può imbattere in intere famiglie di mufloni e/o cervidi e se si è fortunati in uno dei pochi esemplari rimasti di aquila reale.
Sulle pendici del Bruncu Spina e di Monte Spada sono presenti piste da sci, in particolare le prime sono ben attrezzate ed attraggono sciatori da tutta la Sardegna. Il rifuglio del Bruncu Spina, posto poco oltre i 1500 metri di altezza è facilmente raggiungibile dai comuni di Fonni e di Desulo, anche durante le giornate invernali grazie alla presenza dello spazzaneve comunale, nelle vicinanze si trovano diversi agriturismo, in grado di ben ospitare i turisti. Mentre è ancora possibile visitare i resti del rifugio A. La Marmora, nel sentiero che da Arcu’e Genna porta a S’Arena, nel versante desulese del Bruncu.
Da diversi anni il massiccio del Gennargentu è inglobato in un parco nazionale che ne salvaguardia la flora e la fauna, principali attrazioni di questo territorio. Sono comunque numerosi i comuni che si trovano ai confini del parco, facenti parte delle varie “Barbagie”, i più noti sono Fonni e Desulo, ma anche Arzana, Belvì, Aritzo, Tonara, Villagrande e Gavoi. Ognuno con una sua storia e ognuno degno di essere visitato. Dai versanti delle sue montagne prendono vita numerosi corsi d’acqua che a loro volta vengono racchiusi in laghi artificiali, quali quelli del Flumendosa a
Villagrande e di Gusana a Gavoi.
Sono proprio questi piccoli centri che con le loro sagre paesane, i loro festival e la loro particolare bellezza fungono da punto di partenza per il massiccio, e forse è proprio per questo che la montagna è in grado di attirare visitatori durante tutto l’arco dell’anno, se in inverno ci pensa la neve a convogliare i suoi ammiratori, nelle altre stagioni sono i comuni che lo circondano a dirottarne intere carovane.
La sensazione che si prova ai piedi della croce di Punta la Marmora è unica, il ritrovarsi immersi nel silenzio della montagna, e lo spaziare con lo sguardo nei centri abitati vicini e lontani che pullulano di vita, in un pullulare che a noi arriva silenzioso libera la mente del visitatore da ogni pensiero e lo fa immergere in una contemplazione assoluta.
Complimenti all’autore dell’articolo! Suggestiva rappresentazione di angoli di Paradiso!