APRIRE UN HOME RESTAURANT: COME, QUANDO, DOVE E PERCHÉ
Tutti ne parlano e tutti lo vogliono: l’home restaurant è diventato negli ultimi tempi un vero e proprio fenomeno sociale. Complice la crisi e un vuoto normativo che alleggerisce la burocrazia, sono sempre più numerosi i cuochi casalinghi che decidono di accendere i fornelli e aprire le porte di casa a perfetti sconosciuti alla ricerca di sapori tradizionali e genuini. Con una stanza a disposizione dove imbandire una bella tavolata, un minimo di attenzione alle poche regole in materia e un po’ di fantasia, trasformare la passione per la buona cucina in una seconda attività per arrotondare il bilancio familiare non solo è facile ma anche piuttosto redditizio.
Quella del social eating non è un’idea nuova, i primi esperimenti risalgono al 2009 quando nel Regno Unito qualcuno pensò di condividere la propria cucina con alcuni ospiti paganti e a New York cominciarono a spopolare i primi guerrilla restaurant. Un’idea semplice ma di successo, quella dell’home restaurant, che grazie al passaparola e al “megafono” dei social network si è diffusa in tutto il mondo, approdando da qualche anno anche in Italia.
Tavolate di sconosciuti che tra un bicchiere di vino e l’altro si scoprono amici, accenti e culture provenienti da Paesi differenti, sopraffini pasti casalinghi preparati con ingredienti naturali, spesso a Km 0 e a costi inferiori a quelli di un normale ristorante. Ultimo e importantissimo dettaglio, l’opportunità di mettere in cassa qualche soldo in più, che di questi tempi non fa mai male.
Vi attira l’idea?
Ma cosa serve per aprire un home restaurant? Qual è la normativa che regola i ristoranti casalinghi, quali gli scogli burocratici?
Ecco tutto quello che c’è da sapere per aprire un ristorante a casa propria.
Come aprire un home restaurant
La burocrazia per una volta è dalla vostra parte e, dato che siamo in Italia, si tratta di una notizia a dir poco sorprendente. Quella dell’home restaurant è infatti considerata un’attività occasionale e come tale viene inquadrata fiscalmente. Questo significa che non ci sono autorizzazioni da richiedere, tanto meno occorre una licenza; se non si supera la fatidica soglia dei 5000 euro, non è nemmeno necessario avere partita IVA. Ciliegina sulla torta, aprire un ristorante a casa propria non necessita di alcuna modifica alla cucina di casa né di adempire alla normativa HACCP, prerogativa delle tradizionali attività di ristorazione. Tutto quello che occorre è avere a disposizione un ambiente carino, allestirlo con cura, spargere la voce e mettersi ai fornelli.
Come sempre la carta vincente è la fantasia. Oltre ai classici pranzi e cene, potete proporre colazioni, merende e aperitivi casalinghi; potete arricchire l’offerta del vostro talento culinario con menù vegetariani e vegani, accompagnare il momento conviviale con un po’ di musica dal vivo, unirlo a un giro culturale nei dintorni, organizzare cene al buio o pranzi cromatici. Date spazio alla vostra creatività!
Ricordatevi, però, che a nulla servirà imbastire pasti sopraffini e appuntamenti irresistibili se nessuno ne verrà a conoscenza. Il modo più semplice per trovare clienti è iscriversi alle sempre più numerose community di social eating, come Gnammo, la più grande piattaforma italiana che mette in contatto ogni giorno migliaia di cuochi e commensali, PeopleCooks, specializzata in pasti low cost che non superano i 6 euro, ma anche New Gusto e KitchenParty. Anche se il marketing più efficace resta sempre lo stesso: il passaparola di un cliente soddisfatto.
Quando aprire un home restaurant
La risposta è semplice: subito. Mai come in questo caso la tempestività è tutto e non solo per la buona vecchia regola che il ferro va battuto finché è caldo, ma perché il privilegio di cui attualmente godono gli home restaurant potrebbe finire presto. Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) e Confcommercio sono infatti partiti all’attacco, lamentando che i ristoranti casalinghi fanno concorrenza sleale a quelli tradizionali, già colpiti duramente dalla crisi economica. L’associazione HomeRestaurantItalia però non ci sta e invoca la veloce approvazione del DDL S.1271 del 27/02/2014, secondo cui l’home restaurant non è affatto un ristorante vero e proprio ma un’ “attività volta a mantenere viva non soltanto l’ospitalità tipica del luogo, ma anche le tradizioni culinarie, attraverso antiche ricette che caratterizzano la singola città, senza trascurare gli aspetti di natura sociologica insiti nella convivialità domestica”.
La battaglia, dunque, è aperta, ma per il momento il fenomeno dell’home restaurant sembra godere di ottima salute, quindi se coltivate l’idea di aprirne uno, non indugiate e fatelo ora.
Dove aprire un home restaurant
La risposta è apparentemente scontata: a casa propria, e dove se no? Certo, ma mettiamo il caso che ne possediate più di una – ad esempio avete un appartamento in una città diversa da quella in cui risiedete – in questo caso potreste legittimamente domandarvi qual è il posto migliore per aprire il vostro ristorante casalingo.
Considerate che un luogo turistico avrà non solo a disposizione un bacino più ampio di potenziali clienti, ma potrà contare sugli stranieri, molti dei quali provenienti da Paesi dove la tradizione del social eating e degli home restaurant è già radicata da tempo. In questo caso giocherete facile: non dovrete inventarvi chissà quale idea originale, basterà mettere in menù i piatti tradizionali della vostra terra, magari unendo un piccolo tour al mercato locale per acquistare insieme gli ingredienti, e il successo sarà assicurato.
Se da una parte, però, la città turistica presenta il vantaggio di un’utenza più ampia, è anche vero che la concorrenza sarà agguerrita. Un’idea originale potrebbe essere quella di aprire un home restaurant saltuario nel paesino di montagna dove trascorrete le vacanze o in quella casa di campagna sempre troppo poco sfruttata. Di sicuro avrete meno clienti, ma anche meno concorrenza!
Perché aprire un home restaurant
Vi do tre buoni ragioni per aprire un ristorante a casa vostra.
1. Aprire un home restaurant è facile e redditizio.
Di questi due aspetti ho già parlato, ma è bene ribadirli. La burocrazia per aprire un ristorante casalingo è molto snella e la normativa in materia rende questa attività alla portata di tutti. Inoltre, cucinare a casa propria per degli sconosciuti è un modo semplice e intelligente per assicurarsi una seconda entrata o inventarsi un nuovo lavoro.
2. Aprire un home restaurant è divertente.
Non avrete alla vostra tavola dei clienti, ma degli amici. Il segreto del successo dei ristoranti casalinghi è che il pasto torna a essere quello che era un tempo: un momento sociale. Incontrerete persone nuove, condividerete racconti ed esperienze di vita, conoscerete culture e tradizioni diverse dalle vostre. In una parola: vi arricchirete.
3. Aprire un home restaurant è etico.
Allestire un ristorante a casa propria significa valorizzare il territorio, acquistando, quando è possibile, alimenti a Km 0, aiutando così i produttori locali spesso schiacciati dal mercato delle multinazionali. Significa sostenere una cultura del cibo sano, preferendo prodotti biologici e di stagione. Significa, soprattutto, diffondere uno dei tesori più preziosi che tutto il mondo ci invidia: la cucina italiana.
Se hai qualche esperienza da raccontare in materia, se hai aperto un home restaurant o sei stato cliente di un ristorante casalingo, lascia la tua testimonianza nei commenti qui sotto.