GENE WILDER

il dottor Frankenstein

Il 29 Agosto 2016 si è spento a 83 anni Gene Wilder ( nato l’11 Giugno del 1933). Con lui se ne va non solo un attore di valore  ma uno sceneggiatore, un regista e uno scrittore. Il suo incontro con Mel Brooks, per nostra fortuna, ha dato vita a indimenticabili pagine cinematografiche.

Jerome Siberman – questo il suo vero nome – era nato in una famiglia di ebrei russi immigrati e, come Woody Allen e Marty Feldman, aveva intriso la sua recitazione di quell’umorismo caratteristico degli ebrei americani. Inizialmente attore di ruoli “seri”, iniziò con piccole parti entrando poi nella scuola dell’Actors Studios. Fu l’incontro con Brooks  grazie ad Anne Bancroft, futura moglie di quest’ultimo, a fare di lui un’icona del postmodernismo. Nell’opera prima del regista in questione “Per favore non toccate le vecchiette” del 1968 Wilder rivelerà la sua sorprendente vena comica nelle vesti di Leo Bloom che, insieme a un produttore in bassa fortuna, escogita un piano per far soldi con una rappresentazione. I due vorrebbero fosse un fiasco ma si rivelerà un successo, la loro truffa non riuscirà e li porterà ad affrontare una serie di situazioni divertenti.

Gag, giochi linguistici e tic saranno il fil rouge di tutti i suoi film. A lui dobbiamo altri due capolavori, evidenti parodie di opere cinematografiche del passato. Ritroviamo così Wilder che interpreta il pistolero alcolizzato Waco Kid in un film parodia del genere western che cela una satira sul razzismo “mezzogiorno e mezzo di fuoco” del 1974 e, infine, il dottor Frankenstein in quello che forse è il film più riuscito che hanno fatto “Frankenstein junior” del 1974 di cui Wilder è protagonista e co-autore. Incancellabili resteranno il <<si può FAREEEE>> o << castello ululì, lupo ululà>> o ancora  la celebre freddura del dialogo tra Igor e il dottore quando dopo aver disseppellito un cadavere il medico esclama << che lavoro schifoso!>> e Igor <<potrebbe esser peggio>>  e alla domanda del padrone <<e come?!>> risponderà: <<potrebbe piovere>> con conseguente pioggia torrenziale.

L’ultima parte della sua carriera la trascorrerà in coppia con Pryor e ai due dobbiamo l’esilarante  “non guardarmi non ti sento”del 1989 con un sordo e un cieco che coinvolti in un delitto finiscono con il completarsi a vicenda dando vita ad una commovente amicizia.

Insomma l’attore non è solo uno dei “padri” del filone che ora definiamo “demenziale” ma un  comico di grande valore che dopo averci regalato delle “perle” lascia un vuoto per tutti gli amanti del suo genere.

 

Lascia un Commento

Lascia un commento a questo articolo, ti garantiamo che il tuo indirizzo e-mail non verrà reso pubblico e che non riceverai alcuna mail da infoperte.it o alcun tipo di spam.

*

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>