LA TEORIA DEL GRANDE FILTRO E IL PARADOSSO DI FERMI
La teoria del Grande Filtro è stata elaborata nel 1996 da Robert Hanson ed è stata riconosciuta fin da subito come una delle possibili soluzioni al paradosso di Fermi. Prima di spiegare nel dettaglio cosa prevede la teoria del Grande Filtro vediamo in cosa consiste il paradosso di Fermi. Molto semplicemente il fisico italiano Enrico Fermi si chiedeva: come è possibile che in un universo così grande e con una storia così lunga non sia mai stata trovata traccia di vita intelligente?
Secondo Hanson ogni specie vivente si evolve seguendo un percorso formato da nove inevitabili fasi, semplificate nel seguente elenco:
- La vita si sviluppa su un pianeta parte di un sistema stellare che presenta condizioni favorevoli;
- Compare qualcosa con caratteristiche riproduttive, sulla Terra questa fase è stata rappresentata dalla comparsa dell’Rna;
- Nascono semplici forme di vita unicellulari (organismi procariote);
- Nascono complesse forme di vita unicellulari (organismi eucariote);
- Gli organismi unicellulare sviluppano una riproduzione sessuale;
- Nascono forme di vita pluricellulari;
- Le forme di vita pluricellulari diventano più complesse e sviluppano le capacità cerebrali (nascita dell’intelligenza);
- L’intelligenza supera i limiti del concreto, sviluppa civiltà e amplia le capacità tecnologiche (attuale sviluppo dell’intelligenza umana);
- Inizia un’esponenziale colonizzazione di pianeti da parte della specie intelligente.
Quindi la teoria del Grande Filtro da due possibili risposte al paradosso di Fermi:
- Lo sviluppo di vita intelligente è talmente raro e si interrompe solitamente entro la terza fase vista la mancanza di condizioni favorevoli;
- La vita intelligente ha una fatale propensione all’autodistruzione, perciò si estingue all’ottava fase (quella in cui ci troviamo noi ora) prima di incontrare altre forme di vita. L’incontro sarebbe quindi possibile solo quando una specie è in grado di esplorare e colonizzare altri pianeti.
Fino a pochi giorni fa il dibattito propendeva per la prima risposta. Con la scoperta di Kepler-425b, un pianeta gemello della Terra e in cui potrebbe svilupparsi o essersi sviluppata e estinta la vita intelligente, fa pendere l’ago della bilancia verso la seconda risposta. La seconda risposta assumerà sempre maggior credito qualora venissero scoperti altri pianeti simili al nostro.
Concludo con una domanda. Che spetti all’umanità di dare una definitiva e possibilmente non catastrofica soluzione al paradosso di Fermi?