ERICE, PERLA DI SICILIA
“C’è per me terra più cara, o dove vorrei dar riposo alle navi, di quella che vivo Aceste dardanio mi serba e in grembo l’ossa del padre Anchise raccoglie?”.
Con queste parole Enea tornava a Drepano (antico nome di Trapani), porto di Erice. In fuga da Didone, il mitico eroe troiano tornava in Italia per compiere il suo destino, ripartendo dal posto in cui aveva sepolto il padre. Ad accoglierlo il re Aceste, anche lui troiano, figlio di Crimiso ed Egesta.
Sono i versi di Virgilio racchiusi nel terzo canto dell’Eneide e sono dedicati ad Erice, autentica perla del Mediterraneo. Il monte che domina Trapani (756 m. slm) ha una storia antica che si perde nella notte dei tempi. Il nome deriva da Erix, un personaggio mitologico che secondo la tradizione fece parte della spedizione della nave Argo partita per la Colchide alla conquista del vello d’oro. Erix, figlio di Afrodite e di Bute, regnava sul monte e su tutti i territori circostanti. Ebbe la sfrontatezza di sfidare Eracle in un incontro di pugilato, mettendo in palio il suo regno in cambio del bestiame di Gerione condotto dal più famoso degli eroi greci. Ebbe la peggio e rimase ucciso, venne sepolto nel tempio dedicato alla madre Afrodite ed il suo nome venne dato al monte. Da Tucidide invece la tradizione, ripresa da Virgilio, che Erice venne fondata dagli esuli scampati alla distruzione di Troia.
Secondo le fonti storiche Erice fu sicuramente abitata fin dalla preistoria ma, probabilmente, a fondare la città con il nome di Iruka tra il VIII e l’VII sec. a.C. furono gli Elimi, l’antico popolo stanziato nella fascia di terra fino a Segesta. Fu uno dei centri più importanti della Sicilia Occidentale soprattutto per motivi religiosi. Risale infatti al periodo elimo la costruzione del tempio dedicato ad una divinità femminile della fecondità, colei che sarà identificata in Astarte durante il periodo punico ed in Venere negli anni di dominazione romana. Il culto della Dea ericina divenne famoso in tutto il Mediterraneo. Erice era la meta di tanti uomini che arrivavano in nave e raggiungevano a piedi la vetta per recarsi al tempio. Le “Ierodule“, sacerdotesse consacrate alla Dea, si univano carnalmente con i visitatori del tempio in cambio di ricche offerte. Una sorta di “prostituzione sacra“.
Il fuoco che ardeva nel sacro tempio inoltre faceva da guida ai naviganti che da lontano potevano scorgerlo ed orientarsi tra i promontori della zona e le isole Egadi.
Durante la prima guerra punica (264-241 a.C.) furono costruite sulla vetta poderose fortificazioni i cui resti sono visibili ancora oggi. Per Amilcare Barca infatti rappresentava un punto strategico nella guerra contro Roma. Con la sconfitta di Cartagine nella battaglia navale delle Egadi, Erice come il resto della Sicilia passo sotto il dominio romano.
Frammentarie le notizie storiche in epoca bizantina, si sa per certo che sotto la dominazione araba cambiò nome in Gebel-Hamed (831 d.C.) e che dopo la conquista normanna fu ribattezzata Monte San Giuliano (1167). In epoca aragonese fu un avamposto cardine nella guerra combattuta da re Federico III di Sicilia contro gli angioini (XIV secolo).
Fu nel 1934 che riprese l’antico nome di Erice. Il territorio era vastissimo poiché comprendeva gli odierni comuni di Valderice, Custonaci, Buseto Palizzolo e San Vito Lo Capo. Il Comune di Erice oggi conta oltre 28.000 abitanti che in maggioranza vivono nella frazioni, soprattutto Casa Santa che è strettamente confinante con Trapani. Gli abitanti della Vetta sono poco meno di 600 anche se la popolazione in quello che è a tutti gli effetti un borgo medievale si raddoppia in periodo estivo.
PRINCIPALI LUOGHI DI ATTRAZIONE TURISTICA
Il richiamo turistico principale di Erice è sicuramente il Castello Arabo-Normanno, conosciuto soprattutto come Castello di Venere perché sorge sulle fondamenta che furono del tempio della Dea ericina. La struttura visibile oggi risale all’epoca normanna (XII secolo). Al suo interno risiedevano i tre rappresentanti della autorità regale: il Bajulo giudice civile ed esattore delle imposte, il Capitano Regio e, successivamente, il Castellano; il castello fungeva anche da carcere. Attorno alle torri merlate del castello sorge il Giardino del Balio. Venne creato nel 1872 dal conte Agostino Pepoli e la sua struttura riprende quella dei giardini all’inglese. Le aiuole sono circondate da siepi di bosco e la vegetazione è costituita da pini, frassini, cipressi e mandorli. Mozzafiato il panorama che si gode da entrambi i versanti: da un lato la città di Trapani con la sua caratteristica forma a falce, bagnata dal Tirreno e dal Mediterraneo e contornata dalle saline, con lo sfondo delle Egadi. Sempre sullo stesso lato è possibile ammirare lo Stagnone di Marsala ed i colli dell’Agro Ericino. Il versante opposto è dominato dalla suggestiva forma del monte Cofano. Sempre al conte Pepoli si deve la costruzione dell’omonima Torretta su una piattaforma rocciosa a levante. Acquistata negli anni dal Comune di Erice, è stata scelta per ospitare il “faro della pace del Mediterraneo“.
Del XIV secolo (1314) è la splendida Chiesa Matrice dell’Assunta, un vero gioiello gotico, con la sua isolata torre campanaria (anticamente usata come torre di vedetta). Il centro di Erice è piazza Umberto I, su cui sorge il Palazzo Municipale, sede del Museo Cordici e della Biblioteca Comunale, entrambi ricchi di antiche testimonianze. Tra le tantissime chiese quelle di S. Giovanni Battista, S. Giuliano, S. Domenico, S. Orsola, del Carmine. In località Baglio di San Matteo si può visitare il Museo Agro-Forestale, con molte testimonianze della civiltà contadina.
Dal 1963 Erice è sede del Centro di cultura scientifica Ettore Majorana, istituito per iniziativa del professor Antonino Zichichi, che richiama gli studiosi più qualificati del mondo per la trattazione di problemi che interessano diversi settori: dalla medicina al diritto, dalla storia all’astronomia, dalla filologia alla chimica. Dal 1954, lungo la strada che collega i comuni di Valderice ed Erice, si corre la “Cronoscalata Monte Erice”, diventata punto di riferimento per tutti gli appassionati di questa specialità automobilistica. Da anni valida per il campionato italiano di velocità della montagna, la “Monte Erice” ha avuto anche validità europea nell’edizione del 2007.
Le bellezze architettoniche e paesaggistiche di Erice hanno conquistato anche la Tim che ha scelto proprio la suggestiva cittadella per girare lo spot dell’IPhone 6s.