EGON SCHIELE
Egon Leon Adolf Schiele nacque il 12 Giugno del 1890 a Tulln e morì a soli 28 anni a Vienna il 31 Ottobre del 1918 ma, nonostante la sua breve vita, il suo stile particolare lo colloca tra i maggiori esponenti del movimento Espressionista, ed in particolare del movimento di Secessione viennese nato agli inizi del XX secolo.
Egon Schiele fu un talento precoce, conobbe e divenne amico di Gustav Klimt, considerato all’epoca il più famoso artista viennese appartenente alla corrente dello scessionismo nel 1906, all’Accademia di Belle Arti di Vienna ove fu mandato da suo zio alla morte del padre avvenuta quando lui aveva solo 15 anni, un’esperienza questa che segnò profondamente la sua vita e di conseguenza i suoi dipinti, dando al suo stile un’impronta riservata e malinconica.
Klimt avendo intuito il talento ed il potenziale artistico incoraggiò molto il giovane Schiele a proseguire sulla strada della pittura, dal canto suo Schiele trasse dal suo maestro una forte influenza artistica che in seguito rielaborò seguendo una sua personalissima linea creativa, i suoi quadri sono noti e riconoscibili per le forme spezzate ed incomplete, i suoi soggetti sono infatti per lo più uomini e donne nudi con i contorni interrotti, egli partiva dal corpo umano per rappresentare tramite esso i misteri spesso contorti della psiche umana e le sue rappresentazioni artistiche erano spesso il simbolo del suo complesso rapporto con il sesso femminile.
Schiele morì il 31 Ottobre del 1918, a causa dell’epidemia di spagnola che si diffuse violentemente in quegli anni, tre giorni dopo dalla morte di sua moglie Edith Harms che avvenne il 28 Ottobre dello stesso mese durante il sesto mese di gravidanza.
Nonostante la sua breve vita però la sua produzione artistica è stata impressionante; circa 340 dipinti, 2.800 opere tra acquerelli e disegni, una serie di sperimentazioni fotografiche e a questo si aggiungano le sue opere letterarie costituite principalmente da poesie.
Fra tutte le opere artistiche prodotte da Schele io però amo ricordare una su tutte, non si tratta di un dipinto né di un opera fotografica ma di una poesia forse una tra le più belle che abbia mai letto;
Adesso mi cerchi
vuoi indietro che cosa
quegli attimi che ho immortalato
l’amore rubato
il nostro silenzio
il più chiacchierato
l’immenso
l’inganno
il danno
la beffa
il mio capodanno di anima goffa
l’inizio
la fine
il labile, muto e triste confine
tra quello che sono
e quello che tu non mi hai dato.
[ Egon Schiele, Autoritratto]