CUSTODIRE
Ehi! Sai tenere un segreto?
Esordisco così, di solito, prima di confidare a qualche amica un’informazione personale, che nessuno deve sapere.
La risposta è sempre “Sì, certo!” e anche io ho sempre risposto in questo modo quando mi sono sentita rivolgere la stessa domanda.
Ma ultimamente cerco di evitare. Nel senso che non pongo neppure più la domanda.
E non chiedo più di tenere il segreto proprio perché cerco di custodirlo il più possibile.
Ovviamente mi riferisco a situazioni personali delicate, dati sensibili relativi a colleghi, conoscenti o amici, ma anche riflessioni al vetriolo su situazioni o persone con cui ho avuto a che fare di recente.
Fino a qualche tempo fa, ritenevo che comunicare un “segreto” a qualcuno di cui mi fido permettesse una sorta di distacco da quel pensiero, bello o brutto che fosse. Ma soprattutto l’amica fidata partiva poi con una disamina della situazione portandomi tutte le sue riflessioni in merito.
E così mi ritrovavo costantemente ad avere, oltre al mio carico di pensieri, una dose aggiuntiva di elucubrazioni e annotazioni a margine, che spesso non facevano altro che accrescere in me la confusione e il disorientamento.
Ora sto cambiando atteggiamento.
Non che non mi stia confrontando più con gli amici, ma mi ritrovo a farlo dopo aver già preso una decisione, dopo aver già fatto un passo importante, dopo aver già riferito le mie impressioni personali direttamente alla persona in questione.
Insomma, passare dal confidare al custodire non è facile. Penso sia come passare dal delegare una decisione all’assumersene pienamente e consapevolmente ogni responsabilità, per poi condividerne i risultati, positivi o negativi con le persone a cui teniamo davvero.
Loro potranno accompagnarci nel nostro viaggio, ma saremo noi ad avere il timone della nostra vita in mano.
Impegnativo? Già, lo penso anche io.
Per questo mi piace.