COS’È IL SUFISMO
Il Sufismo esisteva molto prima di essere indicato con questo termine, sotto il quale vengono a raggrupparsi varie pratiche e dottrine.
Il Sufismo designerà pertanto un insieme composito di elementi, teorici e pratici, diversamente ripartiti nella lealtà storica fra adepti e confraternite, pur accumunati da uno stesso orientamento.
Il titolo Al-Sufi apparve per la prima volta, secondo i documenti oggi conosciuti, nel 776, ed è attribuito a un asceta (spirituale, contemplativo) iracheno.
Nel IX secolo il termine sufiyah indica, a Baghdad e Kufah, gruppi di asceti e mistici, noti per la loro austerità; ad Alessandria, nell’ anno 821, indica invece un gruppo di ”Puritani” insorti contro la corruzione del potere.
Nell’ anno 980, alla Moschea del Cairo viene istituita la prima cattedra di insegnamento Sufi; 11 anni dopo ne viene fondata un altra a Baghdad. Le diverse etimologie attribuite a questi termini rivelano, più che una derivazione filologica certa, i tratti dominanti del sufismo riconosciuti dalla tradizione. La più probabile di tali etimologie fa risalire il termine alla radice araba Suf (lana…). I Sufi avrebbero infatti indossato un mantello di lana, segno esteriore di povertà o per lo meno di un desiderio di distacco.
Non tutti gli adepti indosseranno sempre il mantello di lana, ma tutti coltiveranno il distacco interiore che esso simbolizza. Alcuni adotteranno tuniche usate e rattoppate; altri abiti comuni, secondo le usanze dell’ ambiente in cui vivono. Non verrà meno una certa eleganza orientale: tuniche preziose e colorate, maniche a sbuffo, pantaloni vaporosi, bastoni intagliati, ecc. ecc.
Ma i maestri disapproveranno ogni forma di esibizionismo, sia di povertà sia di lusso, e satire mordaci fustigheranno gli stravaganti. Anche se assolutamente non obbligatorio, il mantello di lana conserverà una valenza sacra e iniziatica. La cerimonia di iniziazione implica l’imposizione di un mantello (Kirqah). L’iniziatore a volte si limita a passare per un istante un lembo del proprio mantello sulla spalla e poi sulla testa del postulante; si ritiene infatti che questa lana possa trasmettere le forze divine di cui è intrisa. Allo stesso modo quando un mistico, nel corso della danza rituale (Samà), in stato di estasi, lascia cadere il proprio mantello, i partecipanti si premurano di raccoglierlo e di dividersene le parti, in quanto Reliquie impregnate di poteri soprannaturali. Se le si vendesse, sarebbe pertanto un atto sacrilego.
Un altra etimologia fa risalire il termine Sufi all’ arabo sàfa, safwa (purezza) . Interiorizzando il suo distacco, il Sufi purifica i suoi desideri più segreti. Il suo cammino spirituale consiste nel comprendere il significato di tutte le sue azioni fino ad arrivare alla radice stessa della responsabilità, l’ intenzione della coscienza.
Un discepolo del severo maestro di Baghdad, Junayd, Abù Bakr Shidlì ( 861-945 ) spingendo all’ estremo la purezza richiesta a un mistico, diceva che i Sufi meritano il loro nome ” per ciò che ancora rimane in loro, altrimenti non potrebbero essere chiamati in nessun modo “. Il termine è stato anche paragonato al processo di purificazione alchemica (Sufija ) dello zolfo rosso.
Una terza etimologia fa derivare il termine Sufi dal Greco Sophos, Sphia (sapienza), per cui ne risulta un idea di scuola di sapienza. E’ infatti vero che il sufismo, pur se di origine Musulmana, si è sviluppato all’ interno delle religioni Cristiane ed ellenizzate.
Come alcuni filosofi, asceti e mistici di questa religione, anche il Sufi mira alla conoscenza : quella di Dio unico al di sopra di tutto; ma soprattutto alla conoscenza non soltanto intellettuale, ma acquisita tramite il distacco dal mondo, la purezza del cuore e l’amore di Dio.
Conoscenza Gustosa (saggezza) intrisa di un amore tale che porta all’ unione che trasforma la creatura umana nel suo creatore luminoso e misericordioso. Circostanze storiche costrinsero i Sufi all’ esoterismo; alcune loro teorie potranno essere considerate come una forma Musulmana di gnosticismo o di panteismo. Rappresentano comunque scuole di saggezza dell’ Islam.
Queste sono dunque le tre caratteristiche fondamentali: - Distacco, purificazione, saggezza che la semantica del termine sufismo suggerisce.
La storia le svilupperà in molteplici modi
” Non c’è altro Dio che Allah e Maometto è il Suo Profeta “
Interessante e ben scritto, complimenti!!!
Grazie, gentilissimo.