COSA NON SAPPIAMO SULLA PROSTITUZIONE IN ITALIA E IN EUROPA
Ricercando sul dizionario della lingua italiana il significato del verbo “prostituire” troviamo la seguente definizione: “Concedere ad altri, per denaro o per qualsiasi interesse materiale, ciò che, secondo i principi morali della società, non può costituire oggetto di lucro : il proprio ingegno, la propria penna, la propria dignità, il proprio corpo” (cit. Vocabolario Della Lingua Italiana Lo Zingarelli).
Analizzando quindi la definizione ci accorgiamo come quello della prostituzione del proprio corpo sia solo uno dei tanti possibili casi che i principi morali della società, ma non sempre le leggi, dovrebbero tutelare, già tutelare …ma andiamo a leggere cosa dice la Costituzione italiana in merito.
Secondo la Legge Merlin del 1958 In Italia la prostituzione è legale, nonostante ciò non si può organizzare la prostituzione né esercitarla al chiuso. Per tale ragione la gran parte delle prostitute lavorano in strada correndo il rischio di essere multate per adescamento.
E’ punito (o per lo meno dovrebbe esserlo) chi sfrutta e chi favorisce la prostituzione. Per chi si prostituisce non sono previsti né obblighi né diritti.
Ma che senso ha allora considerare una cosa immorale secondo i principi della società come legale, senza tutelare chi per scelta o per necessità ha deciso di prostituirsi?
Purtroppo, come sappiamo, i dati e i fatti di tutti i giorni raccontano una realtà ben diversa, in cui lo sfruttamento illegale della prostituzione e il traffico di esseri umani clandestino è in costante aumento sulle strade.
Sempre più donne provenienti dai paesi dell’Est e non solo, vengono portate in Italia speranzose in un futuro migliore e vengono sfruttate da chi, senza alcuno scrupolo impone una tassa sulle loro teste, quasi sostituendosi allo Stato.
Difficile è per lo Stato controllare una situazione di questo genere, in cui l’unico palliativo è organizzare retate sulle strade che hanno come unico risultato quello di limitare temporaneamente il fenomeno rispedendo le tante ragazze e donne costrette a a vendere il proprio corpo in patria, senza poter risalire alla causa cardine che genera tutto ciò.
In molti paesi del Mondo quello la prostituzione è considerata illegale come atto in se, non punendone unicamente lo sfruttamento e dando così maggiore spazio alla Legge di intervenire ma sono sempre di più gli Stati come l’Olanda, la Germania, la Svizzera, la Turchia, la Nuova Zelanda le “sex-workers” sono tutelate dallo Stato e controllate secondo precise normative sanitarie.
In questi Stati si è andati oltre il concetto di immoralità di prostituzioni, abbandonando l’ipocrisia e creando anche un ritorno economico sicuro per la Nazione, considerando quello della prostituta un vero mestiere, sicuramente non facile e magari per alcuni poco edificante, ma un mestiere umile come tanti altri.
L’essere una prostituta di certo non potrà sminuire la persona in quanto tale e non limiterebbe in tal caso il libero arbitrio che ci caratterizza in quanto uomini.