CONVINZIONI E CREDENZE
In questo articolo tratterò un argomento che ci riguarda tutti: le credenze e le convinzioni. Ci riguarda per il semplice motivo che le persone, effettivamente, sono quello che credono di essere per la maggior parte del tempo.
Negli ultimi vent’anni si è discusso di questo aspetto in molte letture di tipo “motivazionale” o sulla “crescita personale”, e ciò che vien messo in risalto è la capacità di crearsi ,più o meno consapevolmente, un sistema di credenze che va inevitabilmente ad influenzare il modo di interagire con la realtà circostante.
Le nostre rispettive esperienze vanno a formare e plasmare questo sistema
Nella stragrande maggioranza dei casi, infatti, un avvenimento importante fa proliferare in noi una serie di convinzioni riguardo a qualcosa; ad esempio, se dovessimo fallire più e più volte nello svolgimento di un’attività o di un progetto, molto probabilmente andremo a pensare, successivamente, di non essere portati per quella impresa.
Ed ecco che entrano in gioco le generalizzazioni, fedeli compagne di molte convinzioni, nello specifico di quelle considerate limitanti.
Generalizzare significa affermare, in base alla propria convinzione scaturita da una serie di eventi o circostanze, di non essere assolutamente in grado di fare o creare. Di non riuscirci MAI! Ne nel presente ne nel futuro, poiché le esperienze passate ci suggeriscono di lasciar perdere! E questo processo va chiaramente a deformare negativamente la realtà!
Diciamo che la scuola, la tv, le testate giornalistiche, la famiglia, gli amici, la religione c’hanno messo del loro ,radicando in noi un particolare “credo” nei nostri riguardi e in quelli degli altri.
Ma per il momento, non voglio entrare nel merito dell’argomento pertinente alle influenze dell’ambiente sociale.
Ad ogni modo la famiglia e gli amici, quelli autentici intendo, a loro volta c’hanno esposto, ovviamente a fin di bene, le convinzioni e credenze collegate alla loro “mappa”, o visuale del mondo che dir si voglia, con l’intenzione di dispensarci consigli o raccomandazioni.
Anche se queste, molte volte, sono purtroppo frutto di una deformazione della realtà.
Prendiamo in considerazione un altro esempio, quello sul lavoro: spesso e volentieri le persone che ci amano ci inducono a pensare che il lavoro nobilita l’uomo, come si suol dire, che dobbiamo mantenere un profilo basso o i piedi per terra, perché sognare in grande alla fine porterà solo delusioni, poiché è stato così per loro o per qualcun altro, e che quindi sarebbe più “saggio” trovare un posto fisso ecc ecc.
Ebbene una credenza o generalizzazione del genere, fortemente limitante, solitamente è frutto di un’analisi poco corretta, visto che il mondo pullula di casi in cui la gente è riuscita a trovare un lavoro appagante e gratificante, e quindi a realizzare i propri sogni.
Per questo motivo, con tutto il bene che possiamo avere per i nostri cari, è decisamente più saggio ascoltare uno più ferrato in materia: colui che è riuscito a finalizzare quello obiettivo che è anche il nostro, prima di noi!
Come potete vedere, molte credenze e convinzioni limitanti portano ad avere una modalità di pensiero poco obbiettiva.
Fortunatamente esistono anche le credenze e convinzioni sane, nel senso che invece di ostacolarci ci aiutano a conseguire il nostro fine.
Eccovene una: acquisire la consapevolezza che non esiste limite al nostro potenziale umano, e che siamo capaci di adattarci ai cambiamenti e situazioni nuove; questa, probabilmente, può far insorgere una credenza del tipo “io sono una persona di valore”.
Va da sé che alimentare una credenza del genere rappresenta la chiave di volta necessaria per farci vivere appieno la nostra esistenza, ampliando il pacchetto di possibilità da sfruttare a nostro favore in talune situazioni, come quelle all’interno della sfera lavorativa, sentimentale, sociale e via dicendo.
In conclusione, come si direbbe nell’ambito della pnl(programmazione neuro linguistica, comprendere che la mappa (la propria visuale) non è il territorio (realtà circostante) è il primo step per allargare i propri orizzonti, nonché limiti.
Noi siamo gli artefici del nostro tessuto quotidiano.
A tal proposito un detto afferma:
“il destino è un’invenzione della gente fiacca e rassegnata” – Ignazio Silone