COS’È UN CONCEPT ALBUM
A partire dai primi anni sessanta, seppure si possano annoverare sporadici casi antecedenti, alcuni artisti esponenti della scena musicale pop, con particolare riguardo ai generi hard rock e progressive, presero a realizzare i loro dischi utilizzando un tema narrativo o una vera e propria trama per costruirvi la collezione di pezzi che andava a comporli, costituendo un insieme coerente di pezzi legati tra loro da un filo conduttore, un concetto, scrivendo quindi i brani musicali apposta per soddisfare quell’idea narrativa anzichè produrre il disco quando avevano pezzi sufficienti scritti in momenti e con ispirazioni differenti: ecco dunque il perchè della definizione “concept album“.
Esempi celebri di questa tendenza sono:
- “Little Deuce Coupe” dei Beach Boys,
- “Tommy” degli Who,
- “The Dark Side of the Moon”, “Wish You Were Here”, “Animals”, “The Wall” e “The Final Cut” dei Pink Floyd,
- “The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars” di David Bowie ,
- “The Lamb Lies Down on Broadway” dei Genesis,
- “Tales from Topographic Oceans” degli Yes,
- “Pictures at an Exhibition” di Emerson,
- “Lake & Palmer”, “Jethro Tull” di “A Passion Play”,
- “Thick as a Brick”, “Aqualung” e altri,
- Alice Cooper con “Welcome to My Nightmare”
- Elton John con “Goodbye Yellow Brick Road” o “Captain Fantastic and the Brown Dirt Cowboy”,
- Iron Maiden con l’album “Seventh Son of a Seventh Son”
- i più recenti “American Idiot” e “21st Century Breakdown” dei Green Day,
- “The Black Parade” dei My Chemical Romance,
- “Mellon Collie and the Infinite Sadness” e “Machina/The Machines of God” degli Smashing Pumpkins.
In alcuni casi, il concept è costituito da più temi legati tra loro e realizzato attraverso più dischi collegati tra loro: è il caso dei primi quattro LP dei King Crimson (il tema sono i quattro elementi della mitologia occidentale aria, acqua, fuoco e terra) o quello dei Litfiba, che utilizzano gli stessi quattro elementi per i loro album “El diablo”, “Terremoto”, “Mondi sommersi” e “Spirito”.
Anche la scena musicale italiana si è distinta con valore nel realizzare concept album. Citiamo tra i tanti e a molti facendo torto:
- “Tutti morimmo a stento” di Fabrizio De André,
- “Terra in bocca” de I Giganti (sul tema della mafia),
- “Darwin!”, “Io sono nato libero” e “Come in un’ultima cena” del Banco del Mutuo Soccorso,
- “Maledetti (maudits)” degli Area,
- “I buoni e i cattivi” e “Burattino senza fili” di Edoardo Bennato.
Infine una curiosità cronologica: il primo concept album viene unanimemente considerato “Dust Bowl Ballads”, esordio di Woody Guthrie del 1940, e per l’Italia “Diario di una sedicenne”, inciso da Donatella Moretti nel 1964 e scritto da Loredana Ognibene (largo alle donne!). E una storica: la critica è molto divisa su un disco fondamentale dei quattro scarafaggi di Liverpool, “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band”, e non ha ancora decretato se considerarlo un concept album: in esso i Beatles impersonarono degli alter ego (i membri della banda del sergente Pepper, appunto) ma i testi risultano incoerenti e slegati tra loro.