COMPETENZE TRASVERSALI: COSA SONO, ESEMPI
Nel corso della vita, ognuno di noi, anche se inconsapevolmente, è coinvolto in un incessante percorso formativo. Se ci fermassimo a considerare la sola formazione scolastica, essendo questa uguale, almeno in parte, per tutti gli individui, verrebbe difficile capire perché un soggetto sviluppa certe capacità diverse, ad esempio, dal compagno di banco.
Per semplificare, prendiamo due individui che hanno seguito sempre le stesse lezioni, nella stessa scuola, hanno avuto gli stessi professori e hanno conseguito la stessa laurea. Eppure uno ha una capacità di relazionarsi migliore rispetto al compagno, mentre l’altro ha sviluppato un abilità tale da districare anche problemi del tutto estranei alla sua cultura.
Come mai?
La risposta è che ogni individuo è il risultato di una sommatoria di fattori estranei a quella formazione classica che tutti riceviamo, volenti o nolenti, ma che forgiano, comunque, la persona e le danno una particolare inclinazione, diversa ovviamente da quella di altri soggetti.
Prendendo in esame tutta quella serie di caratteristiche, di cui ho accennato prima, possiamo individuarne, per sommi capi, alcune categorie fondamentali tra cui: abilità, tratti, concetto di sè, motivazioni.
Tutti questi elementi, agglomerati in maniere sempre differenti tra di loro, ma comuni a tutti gli individui, possono portare una persona ad avere performance costantemente superiori alla norma in un determinato ambito.
Quando questo accade, solitamente, si usa il termine: competenza.
Il percorso formativo, obbligatorio o meno, che ognuno ha dovuto seguire è in buona parte il responsabile delle nostre abilità o capacità poiché ha contribuito alla formazione della nostra forma mentis, del nostro modo di pensare e di approcciare situazioni differenti in ambiti distinti. Ma il vero insegnamento che la scuola, a qualsiasi grado, vuole lasciare, si traduce nella capacità di ognuno di interrogare il mondo, di porsi delle domande e trovare delle risposte. Ma trovare la risposta ad un quesito non è un procedimento passivo ma attivo nel senso che il soggetto deve agire. Per cui dobbiamo necessariamente agire se vogliamo sapere, se vogliamo crescere e risolvere i problemi. L’azione è fondamentale per acquisire ed accrescere quell’insieme di elementi che compongono quella che, poche righe addietro, abbiamo definito competenza.
Competenza ed azione sono, a quanto pare, strettamente legate
Se non vi è azione non ci può essere conoscenza, poiché il processo di apprendimento presuppone uno scambio biunivoco. Non ci può essere nemmeno il concetto di sè perché un individuo, per formarsi una personalità e dei valori, deve comunicare, camminare, parlare, soffrire e divertirsi: in poche parole agire. Legato in modo quasi ombelicale alla formazione della persona, ci sono le motivazioni che possono trovare i loro natali solamente se la persona è inserita in un contesto sociale dove cresce, dove deve farsi rispettare e combattere per le proprie idee e per fare tutto questo il soggetto deve avere un atteggiamento attivo.
Le caratteristiche di cui parliamo e che danno forma alle differenze apprezzabili tra un individuo ed un’altro, appartengono alla sfera interiore del soggetto. Sono qualità personali non sempre visibili, difficili da acquisire, soprattutto per quanto riguarda le emozioni e abbisognano di una capacità di auto apprendimento notevole.
Chi ha cura di questi aspetti di sè e li coltiva, tende ad avere risultati maggiori rispetto a chi, invece, si ferma ad un livello più superficiale.
Ma cosa succede quando un soggetto competente si affaccia al mondo del lavoro?
Iniziamo col dire che la persona in questione, per arrivare a tal livello, ha dovuto sviluppare l’attitudine ad osservare e ad imparare dai propri errori, e per ciò applicherà tale “modus operandi” anche all’ambiente lavorativo.
Tutto ciò si tradurrà in un osservazione attenta del nuovo ambiente lavorativo; uno screening dettagliato della compagine sociale con la quale deve collaborare. è una strategia pratica per instaurare relazioni migliori. Questi sono gli elementi indispensabili che si debbono possedere per conseguire sempre prestazioni al vertice, una volta che si prende possesso del ruolo operativo.
Ma la trasversalità della competenza in cosa si estrinseca?
Essa non è che un estensione del concetto già espresso, che permette alla persona di essere multitasking ovvero di saper affrontare situazioni diverse in ambienti differenti; di sapersi adattare a qualsiasi contesto e di saper valorizzare il risultato di questo suo percorso, indipendentemente dalle persone che lo circondano.
Questo risultato è ottenuto dalla persona attraverso un mix tra conoscenze acquisite e caratteristiche intrinseche che non possono essere apprese dal mondo esterno o attraverso lo studio delle materie, sia anche esse scientifiche, ma che riguardano aspetti interiori e nascosti di ciascuno, molto difficilmente trasmissibili.