COME COSTITUIRE UN CIRCOLO PRIVATO
Sono veramente numerose ed le attività che possono essere esercitate in un circolo privato. In crescita i locali che aprono adibiti allo scopo sociale per rispondere alle esigenze di gruppi di persone che condividono gli stessi interessi.
La legge stabilisce che il fine principale del circolo privato non può essere quello di guadagnare tramite il conseguimento di un profitto, bensì lo svolgimento di un’attività che abbia una qualche valenza sociale, ricreativa e/o culturale.
Ciò nonostante, uno degli scopi principali dei circoli privati, siano essi sportivi, ludico-ricreativi, turistici, universitari, dopolavoristici o di Onlus impegnate nel sociale, rimane pur sempre quello di favorire l’incontro, la socializzazione e lo scambio umano e culturale tra le persone che ne fanno parte in modo attivo e critico.
Un circolo privato non è un locale pubblico accessibile a tutti ma un locale aperto esclusivamente ai propri soci. Gli interessati possono diventare soci compilando una tessera, a volte a pagamento, a volte gratuita, con la quale acquisiscono il diritto a frequentare il locale.
Un circolo privato si differenzia dalle associazioni dal fatto che nella sede è possibile gestire un bar che somministri alimenti e bevande,comunque riservato esclusivamente ai soli soci tesserati e previa autorizzazione da parte del comune. L’attività principale del circolo non può mai ridursi alla sola somministrazione di alimenti e bevande, ma deve consistere nell’attività prevista nello statuto. Ciò viene concesso solo nel caso in cui il circolo sia affiliato a un ente di promozione sociale a carattere nazionale.
Come aprire un circolo privato iter da seguire
Come per costituire qualsiasi associazione, per aprire un circolo privato abbiamo bisogno di:
- Consiglio Direttivo: eletto dall’assemblea dei soci è l’organo esecutivo dell’associazione e prende le decisioni inerenti all’organizzazione e all’attività
- Presidente, eletto dall’assemblea dei soci, dirige l’ente e lo rappresenta anche in giudizio, presiede il Consiglio Direttivo e ne attua le decisioni
- Assemblea dei Soci, che si riunisce annualmente per approvare il bilancio sociale e il programma annuale delle attività e decide su quanto sottoposto alla sua attenzione dal Consiglio Direttivo . Inoltre, alla scadenza dei rispettivi mandati elegge gli organi dell’associazione. Solo l’assemblea può deliberare sulle modificazioni dello statuto e sullo scioglimento dell’associazione
Dopo di che potremmo seguire questi passaggi:
- riuniamo almeno 3 soci fondatori, per coprire le prime cariche sociali e cioè Presidente, Segretario ed eventuali Consiglieri che formeranno il Consiglio direttivo
- determiniamo lo scopo e la specifica attività del circolo
- prepariamo,in duplice copia originale, l’atto costitutivo e lo statuto del circolo inserendo tutti i requisiti e gli articoli previsti dalla Codice Civile e dalla legge fiscale ( TUIR). In merito leggi questo articolo alla voce Atto costitutivo e statuto
- registriamo all’Agenzia delle Entrate il circolo (indispensabile per ottenere i benefici fiscali previsti dal nostro ordinamento). E’ necessario richiedere l’attribuzione del Codice Fiscale, pagare la tassa di registro, acquistare i bolli da applicare agli atti, ed infine presentare l’atto costitutivo e lo statuto in duplice copia
- affiliamo il circolo ad un ente di promozione sociale a carattere nazionale. Solo con tale affiliazione il circolo potrà svolgere determinate attività, quale la somministrazione di alimenti e bevande ai soci.
Obblighi da considerare
Il circolo, come tutte le associazioni regolarmente costituite gestite, può beneficiare di importanti agevolazioni fiscali. Infatti, le attività svolte a favore degli associati, inerenti al perseguimento degli scopi associativi, sono considerate non commerciali e i corrispettivi ricavati non sono in alcun modo tassati. Per ottenere tali benefici fiscali, è però necessaria:
- una corretta redazione della statuto, che deve comprendere i requisiti e i vincoli richiesti dalla legge tributaria;
- una corretta gestione dell’associazione, che deve essere effettivamente partecipata, ed una corretta redazione degli atti associativi, come i verbali delle riunioni del Consiglio Direttivo, Assemblea, la lista soci, il bilancio annuale.
Naturalmente, come per tutte le associazioni, sussiste il divieto di distribuzione degli utili, e l’eventuale residuo di cassa dovrà essere accantonato o reinvestito nell’attività dell’associazione. E’ comunque possibile corrispondere compensi ai soci amministratori dell’ente o assumere personale dipendete, anche tra i soci.
Per i circoli che vogliono somministrare alimenti e bevande a favore dei soci, vale la disciplinata dalla legge 287/91, che si applica anche agli spacci interni delle associazioni.
Il locale
In base alla configurazione che si intende dare all’attività è opportuno ricercare un locale adatto, sia in termini di localizzazione che di
accessibilità e di disposizione degli spazi interni.
La legge impone che un circolo privato non deve essere accessibile da una pubblica via e non deve neppure recare insegna.
Per svolgere l’ attività di somministrazione all’ interno dei circoli è necessario possedere un’ autorizzazione sanitaria ed i locali devono essere conformi alle norme edilizie, igienico – sanitarie e di sicurezza.
Quanto costa aprire un circolo privato?
Il costo totale di bolli ed iscrizione si aggira sui 150 €. Per chi conta di affiliarsi ad una associazione più grande dovrà pagare una quota per il tesseramento annuo di circa 1000 € nel caso in cui si voglia aprire senza possedere o acquistare alcuna licenza.
C’è da considerare l’eventuale spesa per l’affitto del locale, l’arredamento in base ai progetti del circolo e le varie spese di utenza.