COME APRIRE UN MICROBIRRIFICIO
Negli ultimi anni il consumo di birra nel nostro paese è aumentato a tal punto da convincere alcuni imprenditori a tuffarsi nella produzione di questa bibita dorata. Il punto principale da tenere d’occhio è il settore: non si deve pensare di fare concorrenza a marchi famosi, perché data la loro produzione industriale riescono a mantenere dei prezzi irraggiungibili per un piccolo produttore. Infatti la tendenza del momento punta sul consumo delle birre artigianali: birre dal sapore e dal corpo di molto superiore a quelle industriali. Un business già rodato da molto tempo in altre nazioni europee, sta prendendo piede anche in Italia, con la nascita di microbirrerie e brewpub. I vari stili birrai e la quantità di ingredienti che si possono utilizzare, rende questo settore ampio e ricco di possibilità, soprattutto considerando che il numero di microbirrifici in Italia è ancora molto basso, rispetto alla richiesta del mercato.
Sono definite microbirrerie quelle aziende che producono birra artigianale, magari non filtrata o pastorizzata, o rifermentata in bottiglia, la cui produzione arriva in media sui 1000 hl all’anno. Queste aziende hanno degli impianti predisposti per la produzione di birra, l’imbottigliamento e la conservazione. Stiamo parlando di macchine con due o tre tini, in cui i vari ingredienti passano, superando degli stadi a varie temperature. Esistono sia impianti a vapore che elettrici, di svariate dimensioni e gradi di automatismo. Le migliori e più sofisticate macchine permettono di programmare una ricetta all’inizio del lavoro, senza dover intervenire ulteriormente. In Italia sono presenti diversi produttori di impianti per la birrificazione.
I costi per l’acquisto dei macchinari di produzione, dei tini di ammostamento, delle imbottigliatrici e altre macchine per la pulizia e l’efficienza dell’azienda fanno oscillare i prezzi intorno ai 100.000 euro, considerando comunque che i distributori tengono anche dei corsi per la produzione birraia e per garantiscono l’assistenza tecnica sui loro prodotti.
L’investimento iniziale quindi è elevato, tenendo conto che ci saranno i costi per il locale, i dipendenti, le materie prime e il materiale per l’imbottigliamento o l’infustamento. L’attività però permette di avere dei ricavi molto alti e di rientrare con le spese nel giro di un paio d’anni.
Se la nostra passione è quella di gestire un locale in cui spillare la nostra birra, possiamo puntare su un brewpub. Pub in tutto e per tutto, inglobano al loro interno, o in locali separati, un impianto di birrificazione, magari di dimensioni più modeste e con produzioni minori rispetto alle microbirrerie. L’investimento iniziale in questo caso si aggira comunque su cifre superiori a quello della microbirreria, e le autorizzazioni da richiedere sono maggiori, in quanto servirà anche quella per la somministrazione di alcolici e alimenti, che richiede un corso apposito.
In questo caso i guadagni sono ancora più alti, in quanto si aggiunge la vendita della birra al dettaglio e di prodotti alimentari come in un comune pub, senza escludere la distribuzione all’ingrosso.
Come in altri settori simili, anche la produzione birraia ha diversi associazioni di categoria che possono andare incontro all’imprenditore con corsi di formazione, sostegno amministrativo e procedurale, nonché indirizzamento finanziario verso i fondi dedicati a questo tipo di attività. Tra le più importanti in Italia troviamo l’UNIONBIRRAI, ASSOBIRRA,
il MOBI (Movimento Birrai Italiani), Movimento Birra e Beer Emotion.
Prosit!