CARCERE DURO
Carcere Duro
L’insostenibile 41 bis indetta dalla recente riforma carceraria Il governo lavora al cambiamento di un confutato servizio penitenziario, inserito a seguito di massacri di mafia in cui lasciarono vittima i do il massacri della criminalità nel corso dell’anno1992, quando morirono i due magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
I carcerati che commettano reati gravi, sono sottoposti al 41 bis, come appartenenti a clan costituiti (associazioni a delinquere), l’unione malavitosa o il requisizione di singolo. Lo spassionato proclamato era ed è quello di «sfracellare il legame tra i capi e le bande criminali», particolarmente interrompere le disposizioni, le missive degli incarcerati che sopraggiungano al di fuori del carcere. Ora il sistema penitenziari nella fattispecie “carcere duro”, si accosta a circa 650 incarcerati in tutta la penisola, e le sue peculiari “avvenenze” cambiano fin troppo considerevolmente nelle carceri dove si trovano a scodare la pena.
I COMPLETI RESTRINGIMENTI
Le limitazioni più pesanti riesaminano visibilmente i legami dei detenuti con quelli che stanno fuori: naturalmente è illegale chiamare altri detenuti, incontrare carcerati o addirittura scrivere loro. Pure i incontri colloquiali dei rinchiusi del 41 bis con i parenti si sono ridotti, per norma (è usuale un solo colloquio mensile, rispetto la media di altri detenuti che ne fanno uno ogni settimana), per durata (nell’usualità non si va oltre i trenta minuti) e per le prudenze che ciascuno volta si arriva a adottate: lastre di vetri separatori corazzati, uso previsto dalla legge di telefoni interni, telecamere di verifica. Soltanto verso e solo di figli inferiore di 12 anni sono accettati colloqui che consentano lo scambio corporeo, però di solito quando il colloquio dura più di 60 minuti.
MARGINI LIMITATI ANCHE SULLE PROVVISTE NECESSARIE Diverse limitazioni, molto inferiore semplice a comprendere come dal punto di vista della sicurezza, riguardano gli alimenti di prima necessità, ai carcerati che gli viene applicato il 41 bis, non sempre gli viene concesso l’acquisto di prodotti di prima necessità, gli viene anche vietato di cucinarsi in cella come fanno i detenuti comuni. Non hanno il privilegio di studiare o seguire corsi che vengono organizzati dall’ufficio educatori, ne tanto meno approcciarsi ad alacrità manuali, e vietato per loro avere più di coperte di lana, non possono tenere più di dieci foto ne possono avere la radiolina. È sostanzialmente notevole come in opposizione queste ultime regole indotte che, qualche anno fa, si sono svolte molteplici lamentele nelle prigioni della penisola. I Senatori hanno da poco acconsentito ad un cambiamento dell’organizzazione carcerario, ma non appare di tenere desta sui grandi degli attendi più invano oppressori del sistema carcerario restrittivo.
Cesare Turco