COME FARE IL CALCOLO DEL TFR NETTO
Il TFR è un acronimo per Trattamento di Fine Rapporto chiamato anche liquidazione. Consiste in una somma che viene corrisposta al lavoratore, al momento della cessazione del rapporto di lavoro.
Il calcolo della somma dovuta suo calcolo si fa sulla base dei mesi (o frazioni di mesi) lavorati. Il lavoratore deve aver prestato almeno 105 giorni di servizio per avere diritto al TFR.
Nel TFR rientrano tutti gli elementi retributivi che hanno natura ripetitiva, ad esempio: gli aumenti periodici di anzianità, le provvigioni, il minimo contrattuale, la maggiorazione turni, i superminimi, i premi presenza, il cottimo, l’indennità maneggio denaro, i valori mensa, importi forfetari, indennità per disagiata sede, prestazioni retributivi in natura e premi e partecipazioni (tutto ciò che non ha natura occasionale). Ai fini del calcolo del TFR vengono computate anche altre voci come: la malattia che viene considerata come giornata lavorata e il calcolo quindi viene fatto sulla retribuzione giornaliera normale alla quale il lavoratore avrebbe avuto diritto; la maternità che viene anch’essa considerata come periodo normale lavorato ai fini del calcolo del TFR; i permessi se chiaramente spetta una retribuzione; l’infortunio che viene considerato come periodo lavorato ai fini del TFR come fosse un periodo di lavoro normale.
A livello pratico, bisogna tenere presente la somma complessiva accantonata al 31 dicembre dell’anno precedente. La rivalutazione annua costituisce la base imponibile separata che è soggetta a imposta sostitutiva dell’11%. Dall’importo annualmente accantonato si detrae poi il contributo previdenziale a favore del Fondo di Garanzia nazionale per il trattamento di fine rapporto, calcolato sull’imponibile previdenziale dell’anno che attualmente è lo 0,50%.
Per il calcolo del TFR, la retribuzione presa in considerazione è l’insieme delle somme corrisposte dal dipendente: non vengono invece conteggiati i rimborsi spese. Per calcolarlo si utilizza di solito un modello in Excel che somma per tutti gli anni di servizio una quota che corrisponde alla retribuzione dovuta, e il totale va diviso per 13,5.
Un esempio pratico aiuterà senz’altro a capire meglio:
Ipotizziamo che la retribuzione annuale per il 2013 sia stata di 20 mila euro lordi.
- La quota di Tfr maturata 2013 al lordo del contributo Inps: sarà pari a 20mila euro diviso 13,5 = 1.481,48 euro
- La quota annua del contributo Inps (a carico del datore di lavoro) è pari a 20mila x 0,5% = 100 euro
- La quota di Tfr per il 2013 al netto del contributo Inps sarà, quindi, data da1.481,48 euro – 100 euro =1.381,48 euro
Ogni anno il fondo accantonato deve essere rivalutato dal datore di lavoro sulla base degli indici Istat.
E se l’azienda è insolvente? In questo caso sarà il Fondo di garanzia dell’INPS a pagare la somma spettante al lavoratore anche in caso di mancata dichiarazione di fallimento dell’azienda.