CAFÈ RACER, UNA MOTO SENZA TEMPO
Immaginate di essere in Inghilterra in piena epoca Beat, nei primi anni sessanta, immaginate di frequentare uno di quei pub londinesi, di Manchester o di Liverpool,e dopo aver sentito il vostro gruppo preferito suonare dal vivo ed esservi scolati almeno un paio di birre uscite dal locale e la vedete li’,fiammante,lucida e perfetta come un vestito su misura. E’ la vostra Cafè Race, una moto senza tempo. La Cefè Race in origine era una sorta di Tuning o moto personalizzata, costruita su un telaio classico, ma dotata di accessori del tutto originali, spesso ripresi da moto da gara del tempo che la rendevano unica, la tua moto, di nessun altro. Al giorno d’oggi Cafe’ Race è sinonimo di motocicletta in stile classico o vintage anche se spesso tecnicamente si avvicina alle attuali moto da strada. E cosi’ come nell’abbigliamento, ciclicamente anche nelle moto, le filosofie si alternano e da qualche hanno a questa parte lo stile Cafe’ Race ha ripreso quota. Per anni solo alcune case come Triumph o Moto Guzzi hanno continuato a produrre modelli di questo tipo ora anche altre franchigie come Yamaha e Ducati sembrano essersi buttate sullo stile retro’ con la casa bolognese che ha lanciato un’intera linea di nuove motociclette (Scrambler). Nelle nostre strade sono ricomparse forme a due ruote che da qualche decennio avevano lasciato strada dapprima alle “stese” poi alle “naked” e infine alle “adventures” o enduro da strada. Lo stile Cafe’ Race si caratterizza per le linee scarne e retro’,la forte personalizzazione e i colori che evocano un periodo storico fatto di spensieratezza, ribellione e di speranza che qualcosa di bello
stesse per accadere, proprio quello che oggi manca. Forse anche per questo piace l’idea di avere una moto senza tempo,da modificare in garage ma che non passi mai di moda, che si discosti dalla custom tipo, dalle Harley Davidson tanto per intenderci, ma anche dalle custom giapponesi e si caratterizzi per l’agilita’ più consone alle strade della vecchia Europa. Non resta che affidarsi ad uno di questi gioielli della strada e delle due ruote, sognando magari di essere in un qualsiasi pub di Manchester nei primi anni sessanta.