ARTE ED ESTETICA
L’arte è l’espressione dell’uomo di se stesso.
Con l’arte l’uomo esprime il suo io interiore, i suoi sentimenti, le sue paure e il suo rapporto con la società e l’epoca in cui vive.
L’espressione artistica si manifesta attraverso la parola, il gesto, il suono, la danza e i colori.
Benedetto Croce (1866-1952) identifica l’arte con la conoscenza intuitiva, distinta da quella concettuale o logica: “La conoscenza a due forme: è o conoscenza intuitiva o conoscenza logica; conoscenza per la fantasia o conoscenza per l’intelletto; conoscenza per l’individuale o conoscenza dell’universale; delle cose singole ovvero delle loro relazioni; è insomma, o produttrice di immagini o produttrice di concetti”.
L’arte è espressione estetica.
Tatarkiewicz in “Storia dell’estetica” (1979) illustra forme di contrapposizione e di dualismo tra il bello e l’arte.
L’estetica nasce come lo studio del bello e come disciplina filosofica sul finire del Settecento. Poiché tale nozione è vaga, alcuni estetologi si sono rivolti allo studio delle arti, giungendo alla definizione dell’estetica come studio dell’arte.
La sfera del bello non si esaurisce solo nell’arte, come l’arte non ricerca il bello: nell’antichità il rapporto fra i due concetti era spesso inesistente mentre nell’epoca moderna lo studioso non riesce a dissociare i due concetti perchè troppe idee intorno al bello si sono sviluppate dallo studio dell’arte e tante idee intorno all’arte derivano dallo studio del bello.
L’estetica studia gli oggetti estetici, ma tratta anche lo studio delle esperienze estetiche soggettive: l’indagine sul bello oggettivo e sulle opere d’arte porta a scontrarsi con questioni riguardanti la soggettività. Non esiste nulla che non sia stato ritenuto bello da qualcuno e tutto, a seconda dell’atteggiamento estetico che si assume nei confronti delle cose, può essere bello.
Oggetto concreto dell’estetica, come disciplina filosofica, è l’esperienza estetica e l’atteggiamento estetico proposto verso le cose.
L’uomo si confronta con l’arte sia individualmente che collettivamente: l’estetica analizza sia le reazioni dell’uomo di fronte al bello e all’arte (estetica psicologica) che l’atteggiamento di gruppi di persone assunto nei confronti dell’arte (estetica sociologica).
L’estetica definisce le proprietà degli oggetti che studia: ricerca, spiega e chiarisce le ragioni per cui il bello agisce in un determinato modo e le motivazioni per cui l’arte adotta alcune forme invece di altre.
Per Croce l’arte è intuizione individuale e immagine fantastica priva di logica e di scienza. Egli si ricollega al senso originario del termine “estetica” come autonoma “scienza della sensibilità”. Si riallaccia inoltre al pensiero kantiano sull’Estetica trascendentale espresso nella “Critica della ragion pura” in cui l’estetica si differenzia dalla logica e l’intuizione dal concetto; ma in Croce l’estetica rimane autonoma dalla logica, non si integra.
Espressione, forma e sintesi. “L’atto estetico è forma, e nient’altro che forma” (Croce).
“Elaborando le impressioni, l’uomo si libera da esse. Oggettivandole, le distacca da sé e si fa loro superiore” (Croce).
Croce svaluta dunque la tecnica artistica e la componente materiale dell’opera perché è qualcosa di derivato: “Il fatto estetico si esaurisce tutto nell’elaborazione espressiva delle impressioni. Quando abbiamo conquistato la parola interna, concepita netta e viva una figura o una statua, trovato un motivo musicale, l’espressione è nata e completa: non ha bisogno d’altro (…) l’opera d’arte (l’opera estetica) è sempre interna; e quella che si chiama esterna non è più opera d’arte”.
Di fronte all’arte bisogna chiedersi se essa sia espressiva e che cosa esprima, senza chiedersi a quale genere appartenga.