APE, ANTICIPO PENSIONISTICO, COS’È E COME FUNZIONA
Si tratta di un nuovo strumento previdenziale, attualmente allo studio di governo e parlamento, che renderà più flessibili le uscite dal mondo del lavoro degli over 63. L’ipotesi di intervento è limitata, pertanto, ai tre anni precedenti il traguardo dell’età pensionabile.
Secondo le prime anticipazioni, sarà varato con la legge di stabilità 2017. Inizialmente quindi interesserà i lavoratori nati tra il 1951 e il 1953, poi chi ha visto i natali nel triennio successivo.
Coloro che beneficeranno di questa “finestra” in uscita (innanzitutto, disoccupati e lavoratori soggetti ad esuberi, ma anche chi preferisce semplicemente mettersi a riposo in anticipo) dovranno accettare una decurtazione dell’assegno pensionistico, in misura variabile a seconda dell’entità dello stesso e degli anni di anticipo sull’uscita dal lavoro. Si parla di un “taglio” tra l’1, il 4 e finanche il 6% annuo, ma che dovrebbe essere calcolato soprattutto sulla parte retributiva della pensione (cioè su quella parte della stessa che dipende dalla media delle ultime retribuzioni percepite dal lavoratore) e non su quella legata alla quantità di contributi versata nel corso dell’attività lavorativa.
Per ridurne l’impatto sui conti pubblici la copertura finanziaria dell’intervento dovrebbe essere parzialmente assicurata da banche e assicurazioni. In pratica, gli assegni verrebbero pagati attraverso un prestito pensionistico erogato degli istituti di credito (previa la stipula di una polizza assicurativa contro il rischio di morte del beneficiario) che sarà restituito a rate dal pensionato, a decorrere dal compimento dei 66 anni di età, attraverso una trattenuta sull’assegno pagato dall’Inps. Lo Stato coprirà solo la quota relativa agli interessi sul capitale prestato. Per i disoccupati o i lavoratori a basso reddito l’anticipo pensionistico potrebbe essere finanziato integralmente dallo Stato. Le Aziende che hanno degli esuberi di personale dovrebbero coprire, almeno in parte, quello dei loro dipendenti.
Questa è la misura in cantiere, per sommi capi. I dettagli dell’intervento li decideranno governo e parlamento, sentite le parti sociali.