ANESTESIA

cos'è l'anestesia e di cosa si occupa?

Conoscere l’anestesia può aiutarci ad affrontare adeguatamente un intervento. In caso di dubbi, è sempre opportuno parlarne con il proprio medico!

L’anestesia è una disciplina medica che si fonda su tre pilastri: l’ipnosi, l’analgesia e la miorisoluzione. Ossia indurre uno stato di sonno, evitare la percezione del dolore e ridurre il tono muscolare. Ciò avviene attraverso differenti tecniche. Lo scopo di queste attività è di consentire l’esecuzione di procedure chirurgiche o mediche invasive che risulterebbero spiacevoli e dolorose all’individuo cosciente e facilitare l’esecuzione delle procedure stesse diminuendo il tono dei muscoli ed abolendo alcuni riflessi.

Quali tecniche esistono?

L’anestesia si basa su numerose tecniche, riassumibili in principali gruppi: anestesia generale, anestesia locale, anestesia loco-regionale, sedazione. A volte l’anestesista ritiene opportuno combinare queste tecniche contemporaneamente. Si parla pertanto di anestesia integrata o combinata a seconda dei casi. Per esempio per alcuni interventi chirurgici addominali può essere opportuno eseguire un’anestesia generale ed un’anestesia peridurale in modo da assicurare un’adeguata copertura antalgica del paziente sia durante l’intervento che nel postoperatorio. Oppure può essere eseguita un’anestesia locale in vari momenti dell’intervento chirurgico effettuato in anestesia generale con gli stessi scopi descritti in precedenza. Ancora, può essere combinata un’anestesia peridurale con un’anestesia spinale in modo da combinare gli effetti delle due tecniche e controllare al meglio il dolore del postoperatorio.

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Quanto è sicura l’anestesia?

Sebbene gli albori dell’anestesia moderna non brillassero per sicurezza -si parla di due secoli fa ormai- oggi l’anestesia è ritenuta una delle pratiche cliniche più sicure. Il rischio di eventi avversi all’anestesia è più spesso legato allo stato fisico e di salute del paziente che alle tecniche anestesiologiche stesse. Esistono gruppi di individui a rischio di complicanze, come i fumatori di tabacco, i portatori di malattie del sistema nervoso, gli anziani e coloro che abusano di alcool o sostanze stupefacenti. Spesso il rischio dell’anestesia è inscindibile dal rischio della procedura chirurgica a cui il paziente viene sottoposto.

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Tanti farmaci, troppi farmaci?

L’anestesia si basa su ipnosi, analgesia e miorisoluzione. In passato venivano impiegati pochi farmaci, spesso uno solo, a dosaggi tali da evocare tutti e tre gli effetti in varia misura. Questa pratica era molto pericolosa. Il rischio di usare dosaggi tossici di un farmaco, allo scopo di ottenere un effetto adeguato, era molto alto. Oggi vengono usati numerosi farmaci, ognuno con uno scopo preciso. Il risultato è una sicurezza maggiore, un effetto più prevedibile dei farmaci, e la possibilità di titolare gli effetti voluti adeguando il dosaggio dei differenti farmaci separatamente. I farmaci anestetici hanno una durata d’azione generalmente molto breve proprio per poter essere titolati molto rapidamente con il mutare delle condizioni durante una procedura e questo consente ancora una maggiore sicurezza nel loro uso. Proprio per questi motivi, la moderna anestesia si basa su un gran numero di farmaci impiegati nella giusta sequenza e nel momento appropriato in relazione alla procedura eseguita. Lo scopo è quello di minimizzare i problemi per il paziente massimizzando la sicurezza e l’efficacia dell’anestesia.

 

Tanti monitor, perché?

Il paziente sottoposto ad anestesia di qualunque tipo, riceve un monitoraggio continuo di numerose funzioni vitali. Il monitoraggio base prevede ECG continuo, monitoraggio della pressione ad intervalli di 3-5 minuti, temperatura corporea e saturazione di ossigeno periferica. A questo si possono aggiungere numerosi altri parametri. Ciò avviene perché la situazione clinica in corso di anestesia può essere estremamente mutevole e solo un continuo monitoraggio può consentire la titolazione di farmaci, fluidi endovenosi, temperatura ed ossigenazione in modo adeguato.

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