COSA SIGNIFICA VETO?
Sentiamo spesso parlare di diritto di veto, in particolar modo in occasione di eventi di natura rilevante nel panorama internazionale che hanno grande risalto sui mass media. La parola veto è generalmente associata a situazioni che richiedono, all’interno di un collegio, una votazione per prendere delle decisioni o adottare dei provvedimenti, ed è in questo contesto che prende forma il diritto di veto.
Per diritto di veto si intende un atto formale con la quale il soggetto investito di tale autorità può impedire, temporaneamente o definitivamente, l’adozione di decisioni assunte da altri.
In origine tale “diritto” fu adottato nell’antica Roma, dove i Tribuni della plebe potevano apporre il veto a decisione assunte da autorità superiori, finanche dal Senato, se queste potevano danneggiare i diritti della plebe. Sempre storicamente il diritto di veto è stato applicato anche nell’elezione di un nuovo Papa durante il Conclave. Infatti un atto Papale istituiva il diritto di veto con il quale alcuni monarchi cattolici europei (Re di Spagna, Re di Francia, Sacro Romano Imperatore poi Imperatore di Austria Ungheria) avevano il potere di escludere un Cardinale dall’elezione a Papa (Ius exclusivae). L’ultima volta fu usato nel 1903 dall’Imperatore di Austria-Ungheria e successivamente abolito da Papa Pio X.
Oggi si sente spesso in tv, in occasioni del Consiglio di sicurezza dell’ONU, parlare di diritto di veto di uno dei cinque membri permanenti (Stati Uniti, Russia, Francia, Gran Bretagna, Cina), che in questo modo possono opporsi anche alle deliberazioni prese a maggioranza. Anche il Presidente degli Stati Uniti d’America dispone del diritto di veto per le decisioni assunte dal Parlamento, mentre i Presidenti di Italia e Francia dispongono solamente di un veto sospensivo, ovvero possono opporsi un numero di volte limitato e dopo devono approvare in ogni caso.
Naturalmente il termine veto può essere utilizzato anche quando il soggetto che lo mette in atto non ne ha la prerogativa giuridica ma per i più vari motivi (politici, economici, sociali ecc..) è in grado di opporsi ad una decisione presa a maggioranza e non condivisa.