MALATTIA DI LYME

Detta anche borreliosi, di origine batterica, si manifesta inizialmente come eritema cutaneo di piccole dimensioni che nel giro di qualche giorno o di una settimana si estende fino a diventare un eritema circolare, triangolare o ovale, che può spargersi in tutto il dorso.

Spesso è seguito da febbre, rigidità del collo, mal di testa e dolori muscolari. Se non viene curata in tempo la maggior parte delle vittime della malattia di Lyme può accusare gonfiore e dolori alle articolazioni che possono durare anche per dei mesi. Il secondo stadio della malattia porta ad avere complicanze neurologiche, dolori muscolari e ossei; possono comparire disturbi cardiaci, ovvero palpitazioni, blocco atrioventricolare tanto che in alcuni casi sarebbe indispensabile avere uno stimolatore cardiaco.

Fino al 20 per cento dei pazienti che non riceve cure adeguate sviluppa l’artrite cronica la quale può causare difficoltà nel camminare. Ipotesi più lontana è la possibilità che la malattia possa intaccare il sistema nervoso procurando meningite asettica, radicoloneuriti, infiammazione delle radici nervose cervicali, acufeni e paralisi di Bell. Nel terzo stadio della malattia un piccolo numero di pazienti soffre di perdita di memoria, instabilità comportamentale.

Per le donne in stato di gravidanza, la malattia è ancora più pericolosa perché l’infezione può essere trasmessa al nascituro e può aumentare il rischio di aborto spontaneo.

Caratteristica fondamentale per diagnosticare la malattia di Lyme è il fatto di non ricordare di essere stati punti da una zecca (la puntura è indolore). Ancora oggi le analisi immunologiche del sangue non sono sufficienti per individuarla.

Se la malattia viene riconosciuta in tempo può essere curata tramite una terapia antibiotica mirata contro l’agente patogeno.