IL POSITIVISMO
Il positivismo è l’insieme delle posizioni filosofiche e culturali, nate nella prima metà dell’Ottocento ma sviluppatesi nella seconda metà del secolo e nei primi decenni del Novecento, che volevano fondare l’analisi della conoscenza e la stessa vita sociale esclusivamente sui fatti e sulla loro osservazione che doveva avvenire seguendo il metodo delle scienze sperimentali. La prima elaborazione di idee positiviste si legò alla teoria organicista di Auguste Comte. Tali teorie ponevano al vertice dello sviluppo storico la fase in cui l’uomo, libero dalle superstizioni religiose, si sarebbe limitato alla conoscenza empirica delle leggi che regolano gli eventi. In tal modo il positivismo assunse una visione metafisica e provvidenziale della storia.
Il positivismo si intrecciò indissolubilmente con le idee di Charles Darwin, in particolar modo con le idee sulla selezione naturale. Ad esempio, Herbert Spencer proponeva di applicare alla politica le leggi della biologia: lasciata alla natura la società si sarebbe sicuramente e spontaneamente evoluta verso livelli di vita mai raggiunti fino ad allora. Questo modo di pensare favorì nella pratica l’assunzione acritica di teorie scientifiche apertamente razziste. Il concetto di evoluzione “naturale” della storia finì per influenzare il socialismo, nelle sue componenti più riformiste e gradualistiche, contro cui si levò successivamente la critica di Lenin. Il materialismo sostenuto dal positivismo fu alla base di molte componenti anticlericali e massoniche della cultura del tempo.
Sviluppi più duraturi ebbero quei rami del positivismo entro cui si consolidò la sociologia moderna e soprattutto le sue componenti più pragmatiche. Il positivismo fu inoltre alla base di movimenti letterari nati sulle rovine del tardo romanticismo, quali il realismo, il naturalismo e il verismo.