ACQUA E SAPONE
Sono parecchio stufa di sentirmi addosso una maschera.
Beh, già il fatto che io capisca di indossare un a maschera presuppone un paio di spunti:
1.in qualche modo me la sono messa addosso o qualcuno me l’ha fatta indossare. In ogni caso non credo di essere nata con una maschera appoggiata sulla faccia, pertanto ci sarà finita sopra in un secondo momento
2.me ne rendo conto. La sento addosso, sulla mia pelle e mi impedisce di respirare a pieni polmoni. Mi nasconde dalla vista degli altri e offusca l’immagine che io ho del mondo intorno a me
Ok. Ho capito di indossare una maschera e questo mi dà fastidio.
Ma allora perché non la tolgo?
Non so. Penso sia più che altro una convenzione sociale.
Ci piace essere mascherati. Partecipiamo a balli in maschera, l’uomo mascherato ci intriga, prepariamo maschere di bellezza per tonificare la pelle del viso e lo stesso make up potrebbe essere considerato alla stregua di una maschera composta da fondotinta, ombretto, mascara, rossetto e così via.
Ovviamente io mi riferisco al travestimento che ognuno indossa ogni mattina. Una sorta di copertura per evitare di essere pienamente noi stessi.
In questo modo cerchiamo di reprimere i nostri istinti socialmente considerati negativi (rabbia, volgarità, violenza) e allo stesso tempo ridimensioniamo in qualche modo pure altri aspetti positivi della nostra indole (fiducia nell’altro, spontaneità, sincerità).
Ok. Siamo pronti per uscire di casa.
Come una sorta di ombrello, la nostra maschera ci protegge dalle altre persone come una seconda pelle.
Non è che non siamo più noi stessi. Si potrebbe piuttosto dire che siamo la versione di noi stessi più adatta a sopravvivere alla società di oggi.
Già, è molto triste pensare che siamo costretti a coprirci per evitare attacchi dai nostri fratelli, i quali potrebbero approfittare della nostra gentilezza, e al tempo stesso dobbiamo tenere dentro anche per convenzione sociale segnali minimi di rabbia, per poi ritrovarci a buttarli fuori di colpo diventando spesso ancora più pericolosi per noi e per chi ci sta accanto.
Insomma, mascherati sì, ma nel modo giusto!