LA MARATONA NON PERDONA
La gara è una di quelle che tutti i runner professionisti, ma anche i dilettanti sognano. LA MARATONA DI NEW YORK. Un obbiettivo che ogni corridore sogna sempre. La grande mela ha un fascino speciale, c’è magia e chimica in questa competizione, che va al di là della semplice prestazione. Tutto comincia quasi un’anno prima della gara quando con 2 amici lanciamo questa sfida al nostro gruppo di atletica. Con nostra sorpresa sono in molti ad essere interessati a partecipare. Dopo varie riunioni e parole spese, alla fine siamo in 7 a partecipare. Passiamo mesi ad allenarci insieme e alla fine siamo pronti ad affrontare il grande evento. Partiamo pieni di aspettative e convinti di fare una buona gara, ma soprattutto di goderci il percorso sin dal primo km. LA MARATONA NON PERDONA, è una frase che a molti puù sembrare banale e scontata, ma ha una sua logica implacabile. La maratona è come una medicina, una ricetta di un grande chef, ci sono molti fattori e ingradienti che bisogna mescolare nelle giuste dosi. Basta una piccola deviazione o variazione della ricetta che succede un disastro. Innanzi tutto la preparazione prima della gara, bisogna impegnarsi per almeno 3 mesi facendo allenamenti specifici con ripetute, cambi di ritmo, corse lunghe e molta ginnastica. Quando arriva la settimana precedente la gara bisogna asssolutamente scaricare i muscoli dalle fatiche precedenti e mangiare molti carboidrati e bere molto. Il giorno precedente la gara bisogna riposare il più possibile ed evitare di fare i turisti in giro per la città. La mattina dell’evento bisogna mangiare molto, marmellate, fette biscottate, pasta e bere molto.
A New york bisogna avere molta pazienza, la sveglia è all’alba perchè generalmente gli alberghi sono molto lontano dalla partenza e bisogna fare molti km.
Con i miei amici ci rechiamo alla partenza pieni di gioia e voglia di fare parte della storia. Dopo 1 ora circa arriviamo in partenza e ci accorgiamo subito di essere immersi tra la folla, ci sono circa 50000 partecipanti.
La gara comincia bene e prosegue altrettanto bene, siamo tutti in gruppo e ognuno cerca dentro di se le motivazioni per arrivare in fondo. La mezza arriva e se ne va e i nostri tempi sono più o meno rispettati. Al 30° ecco che arriva il MURO, l’incubo dei maratoneti. E’ un muro virtuale che si incontra circa al 30° km. A quel punto il corpo ha consumato tutte le calorie assunte il giorno prima e la mattina stessa. Si ha un calo di forza e benzina. A questo punto è essenziale avere fatto 2 cose prima del muro, alimentarsi con barrette, gel energetici, biscotti, frutta secca, qualsiasi cosa ti dia energia immediata. La seconda è bere molta acqua o integratori. Sono cose essenziali senza la quale non riesci a scavalcare il muro. Due nostri amici non riescono a superare il muro e cominciano a camminare, uno va in crisi di fame e arranca dietro di noi. Restiamo in quattro ad affrontare gli ultimi 12 km. Io sono sicuro che Massimo e Giorgio tra qualche km cedono, il giorno prima hanno fatto i turisti in giro per New York e questo sicuramente li farà rallentare. Intanto i km vanno via troppo velocemente la nostra avventura è quasi finita. Come previsto al 37° i due “turisti” ci abbandonano e cominciano anche loro a camminare. Restiamo in due felici e spensierati, coscienti di avere fatto tutto nel modo migliore per affrontare questa dura prova. In men che non si dica siamo al traguardo, il tempo è magnifico e c’è moltissima gente che festeggia insieme a noi. Un’avventura lunga 42.195 metri, sofferti, goduti e sognati. Il finale era già scritto prima ancora di partire, se non fai tutte le cose in modo adeguato non ce la fai a fare una maratona sempre correndo. LA MARATONA NON PERDONA