PER LA TUTELA E LO SVILUPPO DELLA CULTURA IN ITALIA:ALCUNE INIZIATIVE DA PROMUOVERE
L’Uomo ha da sempre sentito la necessità di tramandare e raccontare sè stesso attraverso eventi dedicati a qualsiasi forma di comunicazione ed espressione; esprimendo così la sua Culturada di appartenenza. Trasportando questo concetto nel territorio dove viviamo, l’Italia, dovremo dunque considerare di rappresentare un sistema sociale, economico, definito; con una sua storia d’integrazioni con altri popoli che hanno determinato un percorso evolutivo peculiare. Se la Cultura di un popolo è rappresentata dalle sue abitudini, dai suoi riti, credenze e tradizioni, viene da sé che per esprimerla al meglio dovrebbe essere promossa/proposta in un modo conosciuto, ossia utilizzando un linguaggio comune compreso da tutti.
Se si propone un atteggiamento, una scuola di pensiero, una mostra pittorica (dando una visione della realtà che proviene da un singolo o da un gruppo) e quindi fornendo un’interpretazione peculiare che si rapporta con la Cultura che accoglie questo evento, in realtà si relaziona una visione con più visioni.
C’è effettivamente una relazione di espressioni culturali che interagiscono creando sinergia, o repulsione, inevitabilmente. Utilizzare un linguaggio comune, potrebbe significare una sorta di “ripetersi” nei momenti “culturali”, ovvero eventi di “scambio” di conoscenze, ma è probabile che possa servire per entrare in un canale comunicativo più diretto. Poi si può elaborare l’esposizione in tutta la sua interezza e fierezza; motivandola con un esperimento, uno studio, un progetto ed un’applicazione fornendo dei risultati.
Seppur quest’ultima affermazione sembri banale e si adatta ad una buona parte di attività, sono convinta che sia più costruttiva utilizzando poi la strategia di lavorare per obiettivi (possibilmente scorporabili in piccoli, più facilmente raggiungibili).
Per mettere in pratica il concetto menzionato mi sento di fare degli esempi, che possano validare questa teoria. Se in Italia si tende ad apprezzare uno scrittore, perché rappresenta l’”idealtipo” egregiamente rispetto una tecnica, un modello filologico, un genere, una profonda conoscenza di un periodo storico, diventa facile pensare di proporre un altro scrittore emergente con almeno una delle caratteristiche menzionate, possibilmente con il patrocinio o la presentazione del primo autore.
Promuovere dunque un’iniziativa letteraria utilizzando un ideale conosciuto, farà dunque la differenza. Ciò può sembrare ovvio, ma in realtà, giochi di potere e dinamiche d’accettazione dell’altro, spesso fanno brutti scherzi!! Ma al di là di questo esempio, rispetto all’obiettivo di tutelare e sviluppare la Cultura in Italia, mi sento di applicare tale teoria con altre varianti. Se potessi dunque tutelare la Comunicazione, userei sicuramente mezzi più gettonati ed utilizzati quali i mass media e vari motori di ricerca, sensibilizzando chi si avvale di tali strumenti, verso il piacere della condivisione della protezione del valore insito in un messaggio, trattandolo come un bene prezioso, che ci arricchisce ulteriormente, che possiamo farlo “nostro” o metterlo in un angolo del nostro pensiero critico, per essere utilizzato poiché “esperienza”.
L’esperienza della condivisione può solo far crescere l’individuo, che a mio parere deve credere nella costruzione di quel pensiero che lo rappresenta. Utilizzare dunque un linguaggio comune significa dunque fare leva sul modello del “riconoscersi per qualche cenno in quel progetto”.
L’Educazione alla Salute può essere un esempio classico. Propone infatti incontri, spiegando rischi e strategie per ovviare a complicanze di una cattiva cura di sé. Qui a parola chiave è “patologia, quadro clinico, sintomo” La persona si approccia a quell’incontro e “vive” quell’interazione con addetti ai lavori con dinamiche già spiegate, (ad esempio non riconosce un livello raggiunto di una dipendenza, oppure al lato opposto si sente di aderire subito a quei concetti ed inizia in itinere una sorta di autocura).
Vi è comunque scambio e quindi l’arricchimento del pensiero critico ed auto-critico. Ed anche qui, la Cultura d’origine può essere una buona linea dove poggiare un buon incontro di Educazione alla Salute, facendo ad esempio leva su di un benessere tipicamente “maccheronico” che io definisco “pop – cure” obsoleto, che non va più d’accordo con la realtà e che sarebbe più consono modificare, perché evidenze scientifiche e anche naturali, spiegano gli effetti di una cattiva abitudine (alimentare di dipendenza o quant’altro).
Tutelare la Cultura dell’individuo o nel gruppo che vuole approcciarsi con altri, significa, fornire spazi e strumenti. Tutte le forme di aggregazione possono fornire tali setting secondo il loro genere, che “interagendo” creano Cultura e di conseguenza la tutelano. Dovrebbe essere insito, tale concetto.
Fare Cultura, a mio avviso è già tutelarla, in quanto si crede in quel progetto, lo si è “elaborato, studiato, mangiato, digerito, fatto proprio”. Creare momenti di “Cultura/scambio”, dunque, è un modo fantastico di osservare un popolo. Se fossi un organizzatore di eventi a livello nazionale avrei sette idee al giorno, probabilmente anche dieci. Avrei probabilmente molti collaboratori specializzati in un settore ben definito, per dare il meglio del meglio. Di quell’evento saprebbero tutti, ma probabilmente dovrei avere un budget di base notevole, poiché i costi di tali manovre sono notoriamente molto alti.
Nell’immediato proporrei l’iniziativa di “Inoltrare il titolo di questo articolo, aprendo un “forum” in rete apposito; come un dialogo aperto, al quale può accedere una “grande fetta” di pubblico”. Non sono migliore di altri; sono una persona normale che ama confrontarsi ogni giorno, curiosa di tutto ciò che questa Terra Rotonda ci offre o ci nega. Sono come molte altre persone, ricca di Spirito e combatto energica, senza esclusione di colpi. L’idea di internet è forse la più banale, me è sicuramente la più immediata.