VIAGGIO NEGLI STATI UNITI: TRA SERIAL KILLER, ANIMALI FEROCI E MITI DA SFATARE

Prima Tappa: Los Angeles

Scrivere sugli Stati Uniti in questo periodo storico non è scelta facile, ma l’urgenza di parlarne si è fatta sempre più forte. Per questo ho deciso di assecondarla. Premetto che i fatti di cui si parlerà hanno avuto luogo tra il 2008 e il 2012 ma, mi confermano, poco è cambiato da allora.

Ci sono voluti anni per convincermi ad andare in America. I film, le notizie, i programmi TV e alcuni individui incontrati prima di allora mi avevano sempre confermato che si trattava di un Paese che mai avrebbe visto la mia persona camminare per le sue strade. Fu una foto vista a casa di amici ad attrarre l’attenzione e a cambiare lentamente le mie idee preconfezionate: una foto scattata all’interno di Antelope Canyon nel momento in cui i raggi del sole si fanno spazio tra le pareti tortuose, illuminandole tutte.

Antelope Canyon

Antelope Canyon

Mai avevo visto nulla di più bello. Decisi dunque di imbarcarmi in questa avventura e di includere Antelope Canyon tra le tante tappe.

Preparare l’itinerario non fu facile, specialmente perché si trattava di atterrare a Los Angeles, così infinita, trafficata e piena di gente che il solo guardarla su una mappa ti fa passare la voglia di andarci. Prima di visitarla, è d’obbligo decidere quali posti vedere e dirigersi direttamente lì per evitare di perdere tempo prezioso. Dover poi guidare in strade immense a quattro o cinque corsie non è allettante per noi europei, ma ci si abitua presto.

Cercai di vincere le paure e in luglio mi trovai a scendere dall’aereo in piena notte. Il volo era stato lungo, ma tutto sommato tranquillo. Ora si trattava di passare interminabili ispezioni alla dogana. Dopo aver preso i bagagli, puntualissimi, mi diressi verso il controllo passaporti. Immaginavo eterne interrogazioni e ispezioni dettagliate. Al mio turno, dopo le domande di rito, fui colpita dalla frase Welcome to the US, Cristina. Enjoy your stay! Con mia sorpresa per la gentilezza dimostrata, andai a ritirare la macchina prenotata dall’Italia. Anche qui tutto filò liscio; non solo, mi fu data una macchina più grande di quella scelta, allo stesso prezzo.

Questo posto cominciava ad irritarmi. Nulla corrispondeva a ciò che immaginavo di trovare. In fondo, però, ero appena uscita dall’aeroporto. Ero certa che prima o poi avrei fatto qualche incontro sgradito.

Se non siete mai stati negli USA, dovete sapere che il posto migliore per dormire sono i motel. Sì, proprio quei posti anonimi, spesso ubicati in luoghi improbabili e gestiti da un Norman Bates, pronto ad accoltellarti nel cuore della notte.

Anche stavolta rimasi delusa: il posto era accogliente, la camera pulita e il vicinato tranquillo.

La mattina seguente, dopo una notte rigenerante, andai a visitare Los Angeles. Non avendo molto tempo a disposizione, mi diressi a Venice Beach e Santa Monica: entrambe sull’oceano e attigue, sono però due posti completamente diversi. La prima, più alternativa e stravagante; la seconda, più  elegante e trendy. L’ampiezza delle spiagge libere pulite, i baywatch all’erta per evitare incidenti, papà che fanno jogging sulle passerelle lungo la spiaggia spingendo un passeggino, le case colorate…L’immensa Los Angeles offre degli angoli davvero unici.

Venice Beach

Venice Beach

Angoli unici e persone di una gentilezza inimmaginabile in una metropoli di tali dimensioni. Non solo nei luoghi più turistici, ma anche là dove la sicurezza si fa più dubbia. Se mai doveste venire da queste parti, viaggiate col cuore leggero, sapendo che difficilmente troverete serial killer o sparatorie ad ogni angolo.

 

2 commenti per “VIAGGIO NEGLI STATI UNITI: TRA SERIAL KILLER, ANIMALI FEROCI E MITI DA SFATARE

  1. Sante scrive:

    Replica esatta della mia esperienza… perdita di pregiudizi comuni. Superupgrade del modello auto gratis..paesaggi incredibili, senso di sicurezza spazio non misurabile, colori unici, gente pronta ad aiutare…altro di cui aver senso critico, invece…

  2. Francesca Pannuzzo scrive:

    Si..anch’io avevo gli stessi pregiudizi. Mai andare in America. Poi un giorno mia figlia pensò bene di andare a lavorare lì per qualche mese. Quale miglior occasione e così un giorno di Luglio del 1996 mi imbarcai a Fiumicino e sbarcai a N.Y. Che mondo meraviglioso mi accolse. Tutto era immenso le strade i grattacieli la gente, se urtavo qualcuno per strada mi dicevano: Sorry! Ho girato per Manhattan, sono entrata in Central Park, ho visitato Il Metropolitan Museum e il Guggenheim, museo nel museo. Si il viaggio negli States è stata una bella esperienza sicuramente da ripetere!

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