IL SISTEMA VINCENTE DEL BASKET NBA
Se vi chiedete il motivo del clamoroso successo che riscuote il basket americano e dell’intera organizzazione che gli sta dietro, bisogna risalire ad alcune azzeccate formule che lo contraddistinguono e che ancora oggi gli valgono come lo sport più seguito e pagato del pianeta.
Prima di tutto valorizzare il sistema studentesco a livello di college (e spesso anche di High school) con le scelte che vengono fatte dalle squadre professionistiche in estate : il famoso DRAFT.
Tutte le università sono così ricompensate dal lavoro che fanno sugli atleti e tutti hanno l’opportunità di fare il grande salto; ci sono le borse di studio per chi non si può permettere il college e comunque il college basketball è talmente seguito che è un fenomeno da diversi milioni di dollari.
Il DRAFT permette quindi alle squadre del campionato NBA di scegliere un giocatore giovane ed offrirgli il primo contratto da professionista. Ovviamente la scelta non è sempre facile e azzeccata,ma la cosa geniale è che la prima scelta è destinata alla squadra che nel precedente campionato è risultata la peggiore, poi viene la penultima e così via a salire. Quindi, se capita ad una società (chiamata franchigia) di sbagliare una annata, ebbene si può subito rifare scegliendo il migliore sul mercato dei college. L’obiettivo è cercare sempre di equilibrare i valori in campo ed ottenere un campionato senza favoriti (ovviamente i favoriti ci saranno sempre per la gestione degli anni precedenti, ma capita spesso che in pochi anni una franchigia disastrosa diventi vincente, incredibile da pensare nel nostro sistema sportivo).
Il DRAFT negli ultimi anni si è allargato anche ai giocatori giovani provenienti da fuori America (e quindi anche italiani..); questo è un grosso incentivo per chiunque nel mondo, il sistema NBA può premiare tutti!
Le scelte del DRAFT si possono anche usare come scambio nel mercato dei giocatori e questo rende a volte favorite quelle franchigie che riescono a mantenere un buon team ed assicurarsi le prime scelte nei college; è successo anche nella storia recente che una franchigia scelga al primo posto un giocatore per necessità di ruolo ma poi rivelatosi inferiore ad altri scelti nel medesimo anno (vedi Micheal Jordan per Chicago, preso al terzo posto..).
Passando poi alla logica del campionato NBA, ebbene abbiamo un unico campionato fatto di 30 squadre, quindi molto competitivo. Esiste la regular season in cui tutti affrontano tutti un numero di volte dipendente dalla posizione geografica (6 volte i vicini, 4 volte i meno vicini e 2 volte i lontani). TOTALE delle partite 82! Il campionato inoltre inizia a fine Ottobre e termina ad Aprile, quindi in meno di 7 mesi si giocano più di 80 partite! Alcuni potrebbero pensare che non ha molto senso, ma il sistema ti pone in una situazione di giocare anche 3 volte alla settimana e quindi entrano in gioco tantissime variabili che portano o meno una squadra a prevalere: lo stress, gli infortuni, l’alchimia di squadra, l’uso della panchina. Insomma in una stagione NBA può succedere di tutto e questo va sicuramente a vantaggio dell’interesse collettivo per il sistema; oltretutto vi è anche una sorta di selezione naturale degli atleti, insomma non è da tutti..
Ad Aprile iniziano poi i playoff che durano fino a giugno; ovviamente la posizione in classifica della regular season è quella che determina la griglia della post-season; le squadre si affrontano in ottavi-quarti-semifinali e finali al meglio delle 7 partite (quindi si devono vincere 4 incontri per vincere la serie); insomma una stagione dentro la stagione, dove le partite diventano veramente avvincenti, perchè sono le migliori franchigie che si scontrano.
La logica è quella del niente è perduto, ovvero perdi una partita ci può stare, hai tante occasioni per rifarti; il sistema tende così a premiare veramente i più forti che nell’arco di 9 mesi sono riusciti a dare continuità nel gioco, nei risultati, nel gruppo e nell’approcio mentale.
Ci sarebbe da parlarne per ore, perchè ogni aspetto di questa organizzazione è da prendere ad esempio: la scelta delle franchigie viene valutata con attenzione, se una città non soddisfa l’organizzatore questa viene spostata in altra sede (caso di Seattle). Esiste poi un sistema abbastanza complicato sui contratti societari e quello che si chiama Salary CAP (tetto salariale) : ogni franchigia non può superare una certa soglia nel pagamento degli ingaggi ai giocatori (con diverse eccezioni); anche qui la logica è sempre quella di livellare il campionato e quindi concedere a tutti la possibilità di vincere (Golden State Warriors oggi è la franchigia migliore, 10 anni fa vi assicuro che non vinceva mai!).
Come in tutti i sistemi poi ci sono delle regole che vengono un pò aggirate, nel senso che ogni tanto si sentono di clausole posticipate o che non rientrano nel salary cap, per cui le franchigie più ricche riescono a prendere i giocatori più forti.
Ma anche se questo accade, credetemi, non significa la vittoria dei più ricchi: talmente è complesso e difficile gestire una squadra NBA che spesso vincono quelli che partivano sfavoriti, quelli che riescono a portare i giocatori in forma ai playoff e con un equilibrio di squadra che può fare la differenza.
E questo lo rende il campionato più bello del mondo! E’ la NBA!!!