COS’È L’ OLIO DI PALMA
NUMEROSI AZIENDE ALIMENTARI SU PRESSIONE DEI CONSUMATORI , L’ANNO ELIMINATO !
Il frutto del palma ha una parte interna più bianca, il seme, ed una parte attorno al seme di colore arancione, in quanto ricco di B-carotene, che è un precursore delle vitamina A.
Da entrambe le frazioni lipidiche si estraggono due differenti oli, che, però, sono molto differenti dal punto di vista nutrizionale. Dalla polpa arancione si ricava il cosiddetto olio di palma, mentre dal nocciolo bianco si ottiene l’olio di palmisto, molto più temibile rispetto al tanto criticato olio di palma.
L’istituto superiore di sanità (ISS) ha dichiarato che la letteratura scientifica non riporta l’esistenza di componenti specifiche
dell’olio di palma capaci di determinare effetti negativi sulla salute, eccetto per l’elevato contenuto di acidi grassi saturi rispetto ad altri ingredienti alimentari.
Tuttavia l’assunzione di acidi grassi saturi non è da evitare, in quanto la loro assunzione attraverso la dieta è necessaria per permettere un’adeguata crescita. Gli acidi grassi saturi possiedono numerose funzioni fisiologiche, in quanto componenti delle membrane cellulari, sono precursori degli ormoni e regolano la comunicazione intra-cellulare.
Nell’olio di palma, i grassi saturi considerati più pericolosi per la nostra salute ( soprattutto per il sistema cardiovascolare) sono presenti in una percentuale del 49% rispetto ai grassi totali, a differenza dell’olio palmisto che, ed il restante è costituito da acidi mono insaturi, come l’acido oleico, che rende salutare l’olio d’oliva, e polinsaturi come l’acido linoleico.
Inoltre nella vasta gamma di acidi grassi saturi non tutti sono nocivi come l’acido laurico e miristica, causa di problemi alle arterie e alla circolazione sanguigna, alcuni, come l’acido stearico che viene utilizzato per creare le riserve lipidiche, e l’acido palmitico, che a sua volta viene trasformato in stearico, sono innocui sul nostro stato di salute.
Il contenuto di acido lauretico e miristica sono minimi nell’olio di palma , mentre sono presenti in alta percentuale nell’olio palmistico.
Tuttavia l’attenzione sull’ olio di palma è partita dall’entrata in vigore del regolamento sull’etichettatura, in quanto in precedenza non venivano qualificati gli oli, ma solo la presenza degli oli vegetali, non esisteva l’obbligatorietà di specificare l’oli presenti.
L’avversione verso l’olio di palma è nata, dunque, dal continuo ed abbondante uso che l’industria alimentare sta svolgendo, preferendolo rispetto ad altri oli che risultano meno adatti per le richieste del consumatore e dall’industria stessa .
L’olio di palma è, infatti, un olio di basso costo con ottime performance nell’industria alimentare , non solo dal punto di vista della consistenza, che si ottiene dal suo utilizzo, ma anche dalla durata dello stesso, che mantiene inalterate le sue componenti per un tempo molto più lungo rispetto ad altri oli.
Nessun alimento, in questo caso ingrediente , è nocivo se preso singolarmente, ma li effetti negativi sulla salute, che derivano dal consumo, devono essere rapportati alla quantità assunta, al regime dietetico complessivo ed allo stile di vita di ciascuno.
Però sull’ olio di palma è stata cosi forte la pressione dei consumatori tanto da spingere numerose aziende ad eliminare questo ingrediente da numerosi prodotti, in quanto l’ISS ha redatto un documento, in cui stabilisce che il consumo di acidi grassi saturi non deve superare il 10% delle calorie.
Pertanto l’olio di palma in sé non fa male e non è correlato all’ accrescimento di fattori di rischio per malattie cadiovascolari in soggetti giovani, normopeso e con livelli di colesterolo normali, ma la composizione in grassi saturi è quella che incide particolarmente sui soggetti più a rischio e vulnerabili come i bambini, anziani, obesi, e con malattie cardiovascolari.