PARLARE IN PUBBLICO MEDIANTE UNO SCHEMA
Molti si terrorizzano all’idea di dover prendere la parola davanti ad un gruppo di persone, numeroso o meno che sia. Pensano di non essere all’altezza, di non avere le qualità oratorie necessarie per essere convincenti ed efficaci. Altri sono emotivamente fragili e temono di sbagliare, dimenticando ciò che hanno da dire o balbettando frasi senza senso. Così la maggioranza di coloro che sono chiamati a parlare davanti ad un uditorio tende a scrivere laboriosamente per intero il proprio intervento, dalle parole introduttive a quelle conclusive. Capita, talvolta, che, prima che questo sia pronto, debbano riscriverlo più volte, cosa che rappresenta una perdita di tempo e spreco di energie e risorse mentali. Se è questo anche il vostro problema non disperate, non siete i soli. Provate a guardare in TV gli interventi dei nostri politici alla Camera o al Senato: il 90% di loro legge un manoscritto, spesso scritto da collaboratori. La poca efficacia di tale metodo è dimostrata dall’attenzione che suscita negli uditori: c’è chi legge il giornale, chi dorme, chi parla al cellulare, chi segue le quotazioni borsistiche sul tablet e chi gioca al computer. E il povero oratore? Non se ne accorge nemmeno, intento com’è a leggere il suo bel manoscritto! Come sarebbe diverso se invece potesse parlare guardando dritto negli occhi i suoi interlocutori. Ma questo richiede che lo si faccia utilizzando uno SCHEMA. Così in questo articolo spiegheremo come preparare uno schema semplice ma efficace per poter parlare ad un uditorio senza essere legati ad un manoscritto.
COME SI FA UNO SCHEMA
Per prima cosa vi serve un tema. Non un argomento generico come “Politica oggi” ma una frase che enunci l’idea centrale che volete trasmettere e da quale angolazione volete trattarla, ad es. “La situazione politica del Mezzogiorno nel secondo decennio del XXI secolo”. Se il tema vi è stato assegnato, studiatelo attentamente. Chiedetevi: ‘Qual è l’obiettivo di questo discorso? Quali informazioni è necessario trattare per sostenerlo?’ Naturalmente il nostro obiettivo non sarà solo quello di fare colpo sull’uditorio presentando un’arringa brillante e vivace. Vogliamo trasmettere qualcosa di utile a chi ci ascolta e per poterlo fare efficacemente dobbiamo presentare argomentazioni valide ed in perfetta armonia con il tema della nostra considerazione. E questo ci conduce al secondo step della nostra preparazione: fare ricerche. Cercate dati e informazioni che ritenete saranno utili a chi vi ascolterà. Non rimanete sulle generali ma cercate dati che siano informativi e di vera utilità. Fatene una selezione, tralasciando argomentazioni che non supportano il vostro tema o che non abbiano un valore intrinseco.
Stabilite, a questo punto, quali saranno i punti chiave del vostro discorso e scriveteli, magari a stampatello per riconoscerli meglio ad una occhiata veloce. Questi saranno l’ossatura, la struttura portante del nostro argomento, la base fondamentale del vostro schema. Quanti saranno? Dipende dal tempo a vostra disposizione. Un paio di punti potranno bastare per un breve intervento di una decina di minuti; cinque o sei saranno più che sufficienti per un discorso di un’ora.
Il passo successivo sarà quello di organizzare i dati che abbiamo trovato facendo le nostre ricerche. Stabilite quali informazioni hanno diretta attinenza con i punti chiave del discorso e siano particolarmente originali e poi collocatele sotto il relativo punto chiave. Se qualche informazione non si adatta a nessun punto principale eliminatela o archiviatela per un uso futuro, anche se a prima vista vi è sembrata interessante. Tenete solo le informazioni pertinenti. Il rischio che si corre nell’abusare di troppe informazioni è quello di andare fuori tempo, perdendo l’attenzione del nostro uditorio che comincerà ad essere insofferente.
E’ il momento di disporre le informazioni in un ordine logico. Forse vorrete stabilire una cronologia di avvenimenti oppure presentarle per argomentazioni, magari seguendo il criterio di causa-effetto. L’importante è che il metodo da voi scelto per enunciare il vostro argomento rappresenti il modo migliore per conseguire il vostro obiettivo. Presentate prove a sostegno di una questione? Fatelo in modo che sia l’uditorio stesso a giungere alla logica conclusione dei fatti, come farebbe un buon avvocato in un’aula di tribunale. Guidate dolcemente i vostri ascoltatori da un pensiero all’altro senza bruschi cambiamenti di tono o salti da un punto chiave all’altro, senza una vera logica.
L’introduzione e la conclusione del discorso avranno un ruolo fondamentale per il buon successo del vostro intervento. Occorrerà, dunque, preparare con cura una intro che susciti interesse e che indichi cosa stiamo per trattare e perché sarà utile per loro starci a sentire. Potremmo magari scrivere una o due frasi efficaci ed imprimerle bene nella nostra mente. Prepariamo anche una conclusione che spinga a riflettere chi ci ha ascoltato, a motivarlo, portandolo ad agire, se occorre.
Abbiamo, così, in mano il nostro schema. Non ci rimane che rifinirlo – magari abbellirlo – con qualche statistica, un aneddoto, un’esperienza personale, un fatto di attualità. Non banalità fini a sé stesse ma nozioni che abbiano lo scopo di sostenere comunque il nostro tema e, allo stesso tempo, alleggerire il discorso, rendendolo piacevole e fluido per chi ascolta. Adesso prendetevi il tempo di ripassare il vostro argomento più e più volte. Potrebbero venirvi in mente altri modi di adattare il materiale a chi vi troverete davanti. Analizzare e ritoccare il materiale è un processo essenziale per trasformare delle belle parole in un discorso efficace.
Buon lavoro!