TRA SOGNI E REALTÀ
Mi capita sovente di pensare, nella solitudine della mia stanza, alla mia infanzia, a quando da piccolo, con curiosità ed entusiasmo, esploravo il mondo.
Ancora adesso, quando ho l’occasione di incrociare con lo sguardo un bambino per strada, provo una sensazione strana che, per certi versi , quasi mi spinge ad invidiarlo.
Direi che il termine invidia si addica alla perfezione e di questo me ne convinco ogni qualvolta quell’inequivocabile scintilla di entusiasmo e gioia irrompe nello sguardo di un bambino che scopre qualcosa di nuovo.
A quel punto la mia mente, mossa da un sussulto di nostalgia, rievoca in me spaccati di vita e immagini che si perdono in un passato lontano, ormai segregato nel bagaglio dei ricordi.
Come se fosse ancora presente, riesco quasi a percepire le sensazioni che si susseguono quando ad esempio un regalo viene scartato: il cuore che batte all’impazzata, l’irrequietezza provocata dalla novità, il sorriso stampato sul volto, la voglia irrefrenabile di passare il resto della giornata gustando tutte le emozioni che imperterrite continuano ad affollare la mente di un bambino.
Ma quello che stupisce ancora di più, e vivido è il ricordo, è il fatto che in tenera età la quotidianità viene spesso condita e addolcita con l’aiuto della fantasia: un mix che combina sia la realtà vissuta al momento, che il mondo interiore che in quell’istante prende il sopravvento e permette all’ambiente di prendere vita a sè stante. Anche i profumi, gli odori e i sapori hanno un effetto ravvivante di quella che è la sterminata fantasia di un bambino.
È come se il mondo che ti circonda avesse una doppia vita: una reale, che però rimane in sottofondo, ed una virtuale o rielaborata dalle virtuose creazioni della mente.
Sfortunatamente quell’iniziale entusiasmo si affievolisce con la crescita e man mano che le cose da scoprire diminuiscono,giorno dopo giorno.
È così che tutto perde quel non so che di nuovo e si viene circondati da quel senso di routine, di già conosciuto o esperito, come se l’essere umano avesse posto un veto alla sua capacità innata di trovare nelle piccole cose quel colore vivace che da solo è capace di dare un senso all’esistenza.
Sarà per questo che agli adulti, ormai vuoti di qualsiasi senso di ” fantarealtà”, sono costretti a ricercare nella tecnologia sfrenata quella spinta che i bambini riescono a darsi con l’aiuto della sola immaginazione?
Molte volte ho come l’impressione che la voglia di evasione pervada l’animo delle persone che si rivolgono a mezzi esterni o a stupefacenti per cercare di recuperare una visione del reale che più si avvicini a quel mix che i bimbi sanno magistralmente creare con la mente e la purezza del loro spirito.
Siamo sempre alla ricerca di qualcosa all’infuori di noi da usare come occhiale per guardare il mondo perché abbiamo perso la visione pura, fantasiosa ed innocente che solo i piccoli hanno. Verrà mai il giorno in cui riusciremo a capire che per guardare quello che ci sta attorno abbiamo già gli occhi e che solo dentro di noi troveremo la forza per rendere migliore la quotidianità?