COME REALIZZARE DELLE FOTOGRAFIE NON BANALI
Questo articolo nasce da una passione estrema, forse talvolta esagerata, mi sembra anche riduttivo esporla con una sola parola: la FOTOGRAFIA. Questa introduzione sarà seguita da post specifici sulle più svariate tematiche di scatto, che oltre ad affrontare determinati argomenti soprattutto mediante la fantasia e la creatività, riguarderanno anche la tecnica, meno importante ma comunque di valido supporto per raggiungere gli obiettivi che si sono prefissati.
Oggi, più di qualsiasi altra era della nostra esistenza, questa parola e ciò che rappresenta, sta attraversando la sua massima diffusione. Il digitale e il suo sviluppo continuo, dapprima affiancando e poi via via sostituendo la vecchia pellicola analogica. Poi…il fenomeno di massa alla portata di tutti, il telefono che è diventato strumento tuttofare, dove anche le persone meno avvezze con la tecnologia si accostano a questo nuovo mondo con entusiasmo e curiosità. Tutto molto più facile, più semplice, vuoi mettere prendere la vecchia compattina, andare al negozio, comprare il rullino, farselo caricare dall’addetto e poi scattare al buio…si al buio, non c’era nessun display a dirti se lo scatto era venuto bene.
Tornare al laboratorio, vedere finalmente le stampine e scoprire che almeno la metà erano uguali…nelle vecchie riviste di fotografia, una frase spesso citata diceva…”3 su36”. Significava che se su un rullino si riusciva ad ottenere 3 immagini valide si doveva essere contenti. Ovviamente questo si riferiva ad un obiettivo, fotograficamente parlando amatoriale. Questo preambolo per dire cosa…che la Fotografia oggi, quella rivolta ai fotoamatori più esigenti, nonostante le semplificazioni dal lato produttivo e post, come poter variare gli iso a piacimento a seconda della luce disponibile, o poter vedere subito lo scatto ottenuto, non ha facilitato ciò che sta alla base di tutto. La valenza e comunicabilità di una immagine scaturisce da una serie di variabili, che, legate tra loro riescono a provocare un’emozione a colui che la guarda. Emozione e nulla altro…ma è tutto. L’emozione può sembrare una parola forte, ma è ciò che si avverte nel momento dello scatto. Ovviamente questo riguarda chi ne è coinvolto in modo passionale. La fotografia è a tutti gli effetti una forma espressiva di arte e creatività. La potenzialità che può esprimere ognuno di noi è molto vasta, la sensibilità del fotografo riflette ed evidenzia ciò che ha dentro. Quasi tutte le persone che vengono attratte dalla fotografia hanno questo nelle loro corde.
Ma non sempre si riesce a scaricare a terra la propria capacità…a volte le idee e la creatività non si riesce ad estrapolarla. Non è facile, ci vuole costanza e determinazione. Per poter sviluppare un’idea un progetto ben preciso aiuta nella realizzazione. Cercare un determinato soggetto da mettere nel mirino, può essere un elemento umano nel suo ambiente, oppure puntare la macchina a obiettivi statici come architetture, cercando inquadrature più ardite e originali. O anche dedicarsi a una specifica tecnica di scatto, quale può essere la street dinamica avvicinandosi alla vittima prescelta mediante l’uso del grandangolo. Dedicarsi a dei soggetti o temi mirati, può sicuramente dare un’impronta e uno stile ai nostri scatti. Di questi ultimi ce ne sono un’infinità, sta a noi cercare quello che più ci emoziona e ci attrae.
La frequentazione di gruppi fotografici organizzati, composta da elementi esperti, facilità l’apprendimento molto di più che seguire dei corsi teorici, che possono far apprendere solo qualche nozione tecnica. Le nozioni tecniche di base sono lo studio della composizione, i parametri di esposizione, quali tempi diaframmi e iso, l’uso corretto degli obiettivi nelle varie focali, i quali vanno usati a seconda della scena che vi si presenta al momento. Tutto ciò contribuisce a plasmare le nostre immagini, regolando a dovere le varie impostazioni. Ma tutto questo è solo il tramite, è lo strumento che con un uso mirato contribuisce ad ottenere ciò che vogliamo rappresentare attraverso lo scatto. Ma se non c’è il cuore, se non si trattiene il respiro nel momento dello scatto…la tecnica è fine a se stessa.
Bravi!!!In bocca al lupo Franco.