IL PONTEFICE E LA TV
Nei giorni dei riti pasquali, guardando l’attuale pontefice, non si può dimenticare la lunga e sofferta marcia di avvicinamento tra i mass media e il trono di Pietro.
Fu Pio XII, al secolo Eugenio Pacelli (1876-1958) eletto papa in marzo 1939 a rompere il ghiaccio “mediatico”. Nonostante la nomea di uomo distaccato e aristocratico, si dimostrò molto disinvolto nell’uso dei media( fu lui a istituire l’angelus domenicale ripreso in diretta dalla finestra su piazza s. Pietro). Già il 24 agosto 1939,una settimana prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, il papa volle trasmettere alla radio un disperato appello: “nulla è perduto con la pace, tutto è perduto con la guerra !”.
Nel 1942 girò un film: “pastor evangelicus”,documentario in cui si faceva ritrarre nei momenti salienti della giornata, muovendosi da attore consumato. La sua prima apparizione in tv fu nel 1949.
Da settembre la rai aveva iniziato le trasmissioni sperimentali e la rai mandò una troupe in vaticano per riprendere una breve omelia trasmessa poi dai cinegiornali.
Ma solo nel 1955 fu possibile vedere la trasmissione della messa officiata dal papa.
In settembre 1957 infine la svolta decisiva: con l’enciclica “miranda prorsus” (la meravigliosa invenzione) con cui prende in esame cinema, radio e tv, riconoscendone l’utilità allo scopo di diffondere il messaggio cristiano.